“Aiutateci a portare la salma di mia sorella in Ucraina”. E’ l’appello alle istituzioni del fratello di Larisa Smolyak, la donna uccisa a coltellate a Camaiore, il cui nipote, Andriy Bochsan, è in cella a San Giorgio con l’accusa di omicidio volontario della madre.  Ieri, come scritto da Versilia Today, all’interrogatorio di garanzia in carcere davanti al pm Rugani e al gip Silvestri il giovane ha detto di non ricordare nulla di quel pomeriggio di sangue quando ha chiamato i Carabinieri che poi lo hanno arrestato. La famiglia non naviga nell’oro, le loro condizioni sono molto precarie, ha spiegato lo zio del presunto omicida alla stampa dinanzi ai legali Fabrizio Miracolo e Roberto Cappa. Madre e figlio, infatti, vivevano della sola pensione di invalidità della donna, malata da tempo di sclerosi multipla. Inferma, non poteva camminare, ha spiegato lo zio che il nipote, smessi gli studi, aveva rinunciato al lavoro di cameriere proprio per aiutare la madre. L’uomo, Juri, ancora non sa spigarsi cosa sia successo: “Si volevano bene – ha detto, anche se la loro situazioine era difficile, quasi insostenibile: vivevano in pochi metri quadrati, e non si potevano permettere molto. Certo, litigavano spesso, ma quel giorno non mi risulta, la mattina erano anche andati a fare la spesa assieme”.

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