L’amministrazione Coluccini informa la cittadinanza del cambio di orari e servizi degli uffici postali su territorio comunale. Si ricorda che al momento Poste Italiane ha lasciato aperti al pubblico solo gli uffici postali di MASSAROSA e STIAVA. Entrambi effettuano orario 8.20/13.35 dal lunedì al venerdì; e 8.20/12.35 il sabato.

Come da indicazione di Poste Italiane le pensioni del mese di aprile verranno accreditate il 26 marzo per i titolari di un libretto di risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. Il pagamento dei trattamenti pensionistici, degli assegni, delle pensioni e delle indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili di competenza di aprile, maggio e giugno 2020 è anticipato a decorrere: dal 26 al 31 marzo per la mensilità di aprile 2020; dal 27 al 30 aprile per la mensilità di maggio 2020; dal 26 al 30 maggio per la mensilità di giugno 2020.

Per poter ritirare di persona la pensione di aprile bisognerà seguire un preciso calendario sulla base dell’iniziale del proprio cognome: Per i cognomi da A a B giovedì 26 marzo; da C a D venerdì 27 marzo; da E a K sabato 28 marzo; da L a O lunedì 30 marzo; da P a R martedì 31 marzo; da S a Z mercoledì 1 aprile.

Il sindaco di Massarosa Alberto Coluccini ha nuovamente scritto a Poste Italiane per chiedere l’immediata riapertura di tutti gli uffici chiusi al pubblico visto che “con l’attuale organizzazione del servizio, nei giorni scorsi si sono già manifestati gravi casi di disservizio con lunghe code ed accenni di problematiche di ordine pubblico”. Lo stesso sindaco ricorda che Massarosa conta un’alta percentuale di anziani, pari al 23% della popolazione, che non può spostarsi agevolmente tra le frazioni del territorio. “La mia critica – specifica il sindaco – è nei confronti dei dirigenti di Poste Italiane che non tutela i propri lavoratori che si trovano a far fronte come tante altre categorie alla crisi per l’emergenza coronavirus in prima linea. Metto in discussione, specie in questo momento, la decisione unilaterale dell’azienda che rende di difficile fruizione quello che invece è un servizio essenziale. Di certo non è la soluzione migliore per tutelare i dipendenti, né è il miglior modo di limitare il rischio in generale visto che si va a creare la necessità di doversi spostare da diverse frazioni per chilometri per raggiungere il servizio e visto che si creano code e potenziali assembramenti inutili”.

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