Coronavirus, decreto di stato emergenza del 31 gennaio, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 1 febbraio e pandemia in corso. Dopo l’avvocato Massimiliano Manzo, del Foro di Firenze, secondo il quale, come scritto, “siamo ai confini tra colpa cosciente e dolo eventuale”, anche il giudice David Monti ha detto la sua alla nostra redazione

“Le procure italiane dovrebbero aprire un’inchiesta”. Secondo il noto magistrato, ormai ex toga dopo 35 anni di onorato servizio (per anni ha svolto il suo ruolo di Gip e Gup al tribunale di Firenze, ed è stato sostituto procuratore della Repubblica a Milano) potrebbe ravvisarsi la colpa, a partire da ciò che non è stato fatto.

 Il 31 gennaio – come ormai noto – era già stata dichiarata in Italia emergenza Covid – 19, e dalla Cina, arrivavano immagini terribili. Cosa è stato fatto, prima del primo contagio del paziente 1 di Codogno a titolo di prevenzione, e preparazione alla pandemia, prima dei tanti casi di contagi, saliti, a ieri, in Italia a 57521 contagi, con 7503 decessi e 9362 guarigioni?. “Ad oggi – a quasi due mesi dalla dichiarazione del 31 gennaio – siamo ancora alla ricerca di mascherine protettive, con tanto di appelli alle aziende private di produrne – risponde il magistrato -mancano posti letto nei reparti di terapia intensiva e ventilatori polmonari”. Intanto, fino al blocco totale delle attività non necessarie si sono giocate partite di calcio, con stadi stracolmi, si è parlato di normale influenza, per non parlare di aperitivi e musei gratis. ” Da fonti certe – aggiunge il giudice Monti – già nel dicembre, in Lombardia, ci sono stati numerosi casi anomali di polmoniti, anche tra bambini, occorrerrebbe analizzare se, come penso, non si fosse trattato, di già, di Coronavirus”. Quindi, ha ragione chi, come l’avvocato Massimiliano Manzo, afferma che ci possa essere stata “colpa”? “Le procure, da sempre, hanno aperto fascicoli di indagini anche per molto meno. Il punto è a mio avviso semplice – spiega il dottor Monti-: “penalmente bisogna vedere cosa comportava la dichiarazione di emergenza nazionale.  Se come credo comportava l’adozione di un piano preciso di emergenza con tutta una serie di adempimenti,  fra i primi gli approvvigionamenti di presidi medici e la predisposizione delle risorse sanitarie.  E questo piano non vi è stato certamente ,siamo quantomeno nell’elemento colposo del delitto di epidemia”

 

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