Nautica, imprese impegnate con i sindacati per garantire la massima sicurezza

Sicurezza come valore primario e obiettivo da conseguire: è questo il quadro in cui si sta muovendo la sezione Nautica di Confindustria Toscana Nord.

Il settore è, come altri del territorio versiliese e dell’area complessiva di riferimento dell’associazione, interamente interessato dal Decreto del 22 marzo che ha imposto la sospensione delle attività produttive dichiarate non essenziali. Ha quindi vissuto anch’esso le vicende della reiterazione degli effetti della sospensione anche dopo il 14 aprile, pur confidando nella breccia aperta dalle parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che non ha escluso la ripresa di alcune attività produttive anche prima del 4 maggio.

“La sospensione dell’attività è un duro colpo per il nostro settore – commenta la presidente della sezione Nautica di Confindustria Toscana Nord Katia Balducci -. Per il momento l’unico e parzialissimo segnale di allentamento della chiusura è dato dalla possibilità di accedere ai nostri cantieri per pratiche amministrative e operazioni di vigilanza, manutenzione e sanificazione e per la spedizione e ricezione di materiali. E’ un piccolo sollievo per noi che fino a martedì scorso non potevamo nemmeno accedere ai cantieri, ma auspichiamo a breve la ripresa effettiva della produzione, in modo da riuscire ad ultimare le imbarcazioni  in consegna per questa stagione. Il nostro è un settore che vive di export: per noi fermarsi significa fornire ai nostri concorrenti opportunità che, ne siamo certi, non si faranno certo scappare. Perdere un singolo ordine per noi significa perdere il lavoro almeno di un anno. Per questo è importante riprendere quanto prima l’attività e non lasciare i nostri clienti alla cantieristica di altri paesi. Assieme ai sindacati stiamo lavorando a un protocollo operativo che definisca, inserendole nelle specificità del nostro settore, le misure da adottare per poter lavorare nella massima sicurezza. Con il blocco delle attività sono 1540 gli addetti diretti del nostro settore che rimangono a casa: un numero già consistente a cui va aggiunto quello ancora maggiore dell’indotto e dei vari settori economici che ruotano intorno ai nostri cantieri. Siamo un elemento fondamentale dell’occupazione della Versilia: vorremmo che se ne tenesse conto in tutte le sedi che abbiano parola in capitolo sulle riaperture.”

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