“Residenze Sanitarie Assistite in Toscana. Di fronte al dramma vissuto cambiare radicalmente modello di gestione. Compreso l’avvio del percorso di ripubblicizzazione delle strutture. Presenteremo ordine del giorno nei consigli comunali su questo”.
La nota è a firma di Una Città in Comune Pisa, Partito della Rifondazione Comunista – Toscana, Buongiorno Livorno Repubblica Viareggina, Sinistra Anticapitalista – Toscana, Gruppo Consiliare Mugello in Comune (FI)Gruppo Consigliare Rifondazione Comunista – Comune di Piombino, Gruppo Consiliare Sinistra unita per un’altra san Giuliano- Prc – Comune di San Giuliano Terme (PI) e Massa Città in Comune

“Anche in Toscana serve capire cosa è avvenuto in questi mesi dentro le Residenze Sanitarie Assistite. Serve non solo accertare i fatti rispetto ad alcuni casi specifici ma occorrono anche correttivi di fondo rispetto a tutto il sistema di gestione.
Al di là di alcune inchieste specifiche aperte dalla Magistratura, a cui toccherà individuare eventuali responsabilità personali, anche nel caso Toscana l’emergenza sanitaria ha fatto emergere in maniera ancora più evidente, come ripetiamo da tempo, che il modello di gestione privata di queste strutture vada cambiato alla radice, avviando da subito un percorso che porti – fra l’altro – alla ripubblicizzazione.
Per questo abbiamo presentato – o presenteremo a brevissimo, o solleciteremo la presentazione – nei consigli comunali in cui siamo presenti un ordine del giorno – in parte rimodulato da ciascuno alla luce delle diversità del suo territorio – con cui avviare a partire dai territori un radicale cambiamento nelle politiche pubbliche regionali sia sul versante prevenzione, sia sull’organizzazione delle cure primarie con una riqualificazione dei servizi territoriali, compresi quelli rivolti alla popolazione anziana e alla popolazione anziana non autosufficiente, cambiando nettamente direzione rispetto alle politiche di privatizzazione e depotenziamento del settore sanitario condotte in questi anni dalla giunta regionale Rossi.
Se è vero che i Comuni non hanno competenze dirette nell’accreditamento, hanno un ruolo importante sia per la concessione dell’autorizzazione dell’apertura delle strutture sia per la vigilanza e controllo dell’organizzazione e gestione dei servizi, nonché sul pagamento della retta sociale per quei cittadini residenti che non sono in grado di provvedere perché soli e o in condizioni economiche che non lo permettono. Ma indipendentemente dagli aspetti formali, le amministrazioni comunali non possono tirarsi fuori dal contribuire a far chiarezza ed individuare le ragioni di una tragedia che ha colpito molti dei loro concittadini anziani, e attivarsi per chiedere le condizioni affinché queste tragedie non si ripetano.
Nel documento che abbiamo presentato rimettiamo quindi al centro la richiesta di realizzazione di un diverso modello di gestione delle strutture sociosanitarie territoriali, a tutto tondo: attraverso un processo di ripubblicizzazione delle stesse, ma al contempo anche una revisione dell’ dell’accreditamento regionale con la previsione di nuovi parametri quanti- qualitativi e misure stringenti in termini di verifica e controllo; nonché l’avvio di un’urgente riqualificazione dei servizi di cura territoriali con un deciso potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata (anche con forme di vera e propria “ospedalizzazione” domiciliare) con le dovute risorse umane, le necessarie figure professionali, i dovuti finanziamenti ed il ricorso alle innovazioni che le tecnologie della moderna medicina permettono di mettere in campo.
Occorre voltare pagina per non rivivere più quanto abbiamo vissuto, e non tornare ad un passato che ha reso possibile questo dramma”.
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ultimo aggiornamento: 14-05-2020


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