“Le contestazioni nei confronti del dott. Di Fiorino non hanno nulla a che vedere con la censura ma con il senso di responsabilità e di oggettività che ogni medico, in particolare se si tratta di un primario, deve avere nei confronti della cittadinanza evitando di diffondere notizie allarmanti, peraltro senza alcun riscontro oggettivo”.

La direzione aziendale della ASL Toscana nord ovest interviene per chiarire e rispondere alla CISL e alla Lega, che nei giorni scorsi hanno parlato di censura anche se, ad oggi, non è stato preso alcun provvedimento.

“Nel merito. Le affermazioni che lo psichiatra ha veicolato attraverso i social hanno creato nella popolazione, già provata in un momento di emergenza sanitaria,  un senso di incertezza e sfiducia nei confronti del servizio sanitario pubblico. Infatti veniva contestata l’organizzazione dei laboratori di microbiologia sul territorio, in particolare sulla capacità di analisi tempestiva dei tamponi orofaringei. Di Fiorino, nella sua qualità di direttore di struttura complessa, è sicuramente a conoscenza della normativa nazionale e regionale, nonché dei progetti aziendali, dove sono chiaramente indicati i criteri necessari al funzionamento ottimale dei laboratori (delibera regionale n. 74 del 27.1.20, linee di indirizzo elaborate da AGENAS, modello di riorganizzazione dei laboratori adottato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri  con l’accordo del 23 marzo 2011, Piano Nazionale di prevenzione  2014-2018, ecc.). L’assetto dei laboratori di microbiologia è stato definito sulla base del bacino d’utenza territoriale, sulla strumentazione necessaria e sull’expertise del personale.  Inoltre,  in ogni area vasta è stato identificato un centro, nel nostro caso Livorno, che è operativo 7giorni su 7 e h. 24 e, proprio per far fronte all’aumentata richiesta in conseguenza del Covid, sono state attivate anche le sedi di Lucca e Massa.

Le esternazioni del professionista sono continuate anche attraverso interviste rilasciate ai media il 6 aprile scorso, in questo caso parlava del reparto di psichiatria del Versilia che non  sarebbe stato sufficientemente tutelato dal Covid.  Vorrei ricordare che l’unità di crisi, coinvolgendo anche  il dott. Di Fiorino, ha regolarmente aggiornato le procedure di emergenza in ambito psichiatrico definendo i percorsi appropriati al livello clinico del paziente e la creazione, in ogni SPDC,  di uno spazio Covid.

Per concludere. E’ poco credibile che il primario non fosse a conoscenza delle misure che l’Azienda stava mettendo in atto per arginare il contagio, sia all’interno dei reparti, sia sul territorio. Termino ricordando che in Toscana e nella nostra ASL  dove il contagio è stato maggiore,  la gestione dell’epidemia ha garantito il contenimento del virus con un notevole risparmio di vite umane e, quindi, il paragone con la gestione lombarda sembra fuori luogo e funzionale ad un intento propagandistico”.

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Coronavirus, il bollettino setttimanale della Asl

Caso Di Fiorino, il primario di Psichiatria risponde all’Asl