“Ho atteso qualche ora per vedere se il consigliere Giovanni Brocchini aveva il coraggio civile di fare nomi e cognomi, e sciogliere un’ambiguità su cui giocano parecchi per alzare indirettamente il fango. E allora visto che, come ormai tantissimi a Massarosa, so le cose per essermi state riferite da persone affidabili, il coraggio me lo prendo io”.

E’ Adolfo Del Soldato, segretario comunale del Pd, a far chiarezza su quanto accaduto in merito alla denuncia di tentata corruzione, che oggi ha provocato persino una interrogazione della Lega al ministero degli Interni:

“L’autore della telefonata – spiega Del Soldato – è un parente della moglie del consigliere Giovanni Brocchini, peraltro un noto sostenitore e militante della destra, ex consigliere comunale. La telefonata è avvenuta otto giorni fa da un bar di Bozzano fra decine di persone che stanno raccontando la cosa. Non si capisce se fosse uno scherzo di cattivo gusto. Un “tentativo” di “corruzione”, fra decine di testimoni, fra urla frizzi e lazzi. Per questa incredibile buffonata ieri si è mossa anche la stampa nazionale, come se il nostro comune avesse bisogno di ulteriore fango. Una buffonata preparata ad arte e servita a freddo Nelle prossime ore noi andiamo dai Carabinieri, e questa volta si va fino in fondo”.

“I fatti riferiti ieri alla stampa dal consigliere Giovanni Brocchini in merito ad un presunto tentativo di corruzione nei suoi confronti sarebbero, se riscontarti, gravissimi. A chi di dovere il compito di accertare la verità o meno di quanto riportato e di assumere, nel caso, i giusti provvedimenti a carico degli eventuali colpevoli. Devo dire che se fossi stato al posto del consigliere mi sarei limitato a sporgere denuncia senza uscire pubblicamente, almeno per il momento”, aggiunge il consigliere Damasco Rosi: “Questo per evitare in particolare: 1 il rischio di ostacolare le indagini in corso; 2 il pericolo di inquinare le prove. Cosa di cui un denunciate dovrebbe tenere conto al fine di agevolare l’attività istruttoria delle forze dell’ordine e la ricerca di elementi o altri elementi per sostenere la denuncia fatta. Se fossi sempre al posto di quel consigliere però farei anche chiarezza fino in fondo, con nomi e cognomi. Dato che è certo dell’accaduto e parla di persone di sua conoscenza e dato che oramai ne ha dato notizia ai mezzi di informazione, la dica tutta. Lo dovrebbe fare e fare in fretta perché parlare genericamente di personaggi votati e verso i quali la gente ha riposto fiducia, come ha fatto lui, poi c’è il rischio che venga puntato il dito contro chi non c’entra niente, che si alimentino sospetti e che qualcuno si comprometta facendo allusioni che possano ledere l’onorabilità di persone estranee a questa vicenda. Se i nomi non li fa lui o non vengono fuori a stretto giro andremo noi dai carabinieri. Invito quindi chi sa a parlare e ad aiutare a far luce su questo episodio. Ad ogni modo, una vicenda del genere, l’esito lo vedremo, alla vigilia di un passaggio fondamentale per il destino di Massarosa dà la cifra di quanto siamo caduti in basso che più in basso non si può”.

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