Torna oggi dalle 18.00 sulla pagina Facebook del Comune di Stazzema la rubrica Stazzema è cultura che ha accompagnato i lettori nel periodo del lockdown, con il viaggio che racconterà i 18 paesi, includendo Col di Favilla, che compongono il territorio che è tutto da scoprire e racchiude, senza il timore di essere smentiti, le vestigia di comunità millenarie che hanno lasciato una eredità straordinaria in termini di bellezze e di ambiente da vivere. Bellezze spesso nascoste nei boschi o addirittura all’interno di cavità carsiche fatte di cunicoli invisibili all’occhio o capaci di togliere il fiato come la Pania della Croce, regina delle Apuane o il Monte Forato. Un territorio felice, rigoglioso, legato alle proprie tradizioni, in cui l’arte, la cultura, i mestieri tradizionali, vanno a braccetto con la modernità, in cui le strade si mescolano alle antiche mulattiere che da sempre collegano i Paesi e consentivano i rapporti tra i diversi borghi e gli scambi culturali e commerciali tra le diverse comunità e gruppi di case. Il territorio stazzemese fu abitato fin dall’età del ferro e poi dagli etruschi, dai Liguri Apuani e strenuamente difeso con i lunghi pennati, che costituiva l’arma tipica delle popolazioni autoctone. Ogni borgo mantiene una propria caratteristica e una propria tipicità, oltre che un proprio Santo Patrono ed una propria festività.

Protagonista dell’appuntamento di domani il paese più “alto” , ARNI, che ci racconta la storia di una comunità orgogliosa cresciuta con l’arrivo della ferrovia marmifera e dello scavamento del traforo del Cipollaio a fine ‘800. Apprezzata meta di relax fino a pochi anni fa, si trova nel cuore delle Apuane tra paesaggi da brivido e l’acqua del Turrite Secca ad accompagnare la storia di questo paese sulla cui origine fioccano le leggende.

“Cercheremo di proporre immagini vecchie e nuove di questi borghi che compongono il territorio di Stazzema”, commenta l’Assessore alla Cultura Serena Vincenti, “per creare un racconto del nostro territorio che è bellissimo: a Stazzema si vive bene, si mangia bene, si può fare sport, passeggiate, arrampicate, escursioni sotterranee e si può riposare circondati da bellezza che sta nel paesaggio e nei luoghi. Il futuro è nelle nostre radici”.

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