Anche al Pronto Soccorso dell’ospedale “Versilia” sono attivi 4 posti letto di terapia subintensiva (HDU “High dependancy Unit”), inseriti in un’area di assistenza di alta intensità di cura dove possono essere accolti pazienti giunti in pronto soccorso e che necessitano di un livello “intensivo” di inquadramento, trattamento ed assistenza medico infermieristica.

I posti letto sono stati presentati ufficialmente nel corso di una visita della direzione aziendale al Pronto Soccorso del “Versilia”, alla presenza del direttore del presidio Giacomo Corsini, del direttore del Pronto Soccorso Giuseppe Pepe, del direttore di Anestesia e Rianimazione Stefano Buzzigoli, della dirigente infermieristica Anna Reale e del personale della struttura.

Le patologie trattate in questo ambito sono quelle acute e tempo dipendenti che determinano uno stato di criticità per il quale bisogna intervenire tempestivamente e in un breve lasso di tempo (24/48 ore).

“L’istituzione di questi nuovi letti – fa presente Giuseppe Pepe – permette una risposta clinica ed organizzativa ad una domanda sanitaria crescente, che è l’accoglienza in emergenza di pazienti ad alto rischio evolutivo o clinicamente instabili ma che non hanno ancora indicazione al ricovero in rianimazione. La permanenza in pronto soccorso si protrae per il tempo necessario alla stabilizzazione dei pazienti critici, per poi trasferirli in un livello di intensità di cure più basso ( o più alto laddove necessario)”.

“Accolgo favorevolmente l’istituzione di questi 4 posti letto – evidenzia Stefano Buzzigoli – perché rappresentano l’anello di congiunzione tra il  Pronto Soccorso e la Terapia intensiva”.

Il direttore generale dell’Asl evidenzia che in un Pronto Soccorso che fa registrare molti accessi come quello del “Versilia” è fondamentale che vi siano anche questi posti letto di sub-intensiva, la cui gestione viene affidata ad una squadra affiatata ed in grado di garantire ai pazienti un livello adeguato di assistenza.

Grazie alle competenze plurispecialistiche del personale sanitario del Pronto Soccorso è infatti possibile stabilizzare e trattare, ad esempio, pazienti con ictus ischemico acuto (sottoposti a trombolisi), con trauma, con sepsi o con ischemia miocardica.

Da ricordare che nel 2019 il Pronto Soccorso del “Versilia” ha fatto registrare 83mila accessi, che rappresentano quasi il 20% di accessi di tutta l’Azienda USL Toscana nord ovest (quasi mezzo milione in un anno) con trend in aumento rispetto al 2018. Di questi accessi circa l’1,5% risultano essere vere emergenze (in cui è davvero necessario un immediato intervento salvavita), il 20% sono urgenze indifferibili, il resto urgenze differibili e minori.

In piena emergenza Covid la competenza sub intensiva di medici ed infermieri del Pronto Soccorso, in collaborazione con i colleghi della Rianimaizone, ha permesso di selezionare in maniera adeguata chi aveva necessità di terapia intensiva (ventilazione invasiva) da altri pazienti che avevano bisogno di ricovero ospedaliero. E’ stato anche possibile stabilizzare e definire in 24/48 ore coloro i quali potevano anche rientrare a domicilio in sicurezza, permettendo all’ospedale di non saturare subito e per lungo periodo tutti i posti letto disponibili.

Caratteristica peculiare del medico d’emergenza urgenza è infatti quella di escludere le diagnosi più gravi. Questo comporta la capacità di “gestire il tempo” e la casistica simultanea (multitasking).

I letti di HDU devono essere funzionali alla capacità decisionale e alla pianificazione organizzativa necessaria per assistere adeguatamente ed in sicurezza sia il paziente che sta male e che deve essere rapidamente salvato, sia quello che non sta male ma che presenta una elevata criticità potenziale.

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ultimo aggiornamento: 06-08-2020


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