di Francesca Cecconi

Giovedì 19 agosto alle 21.30, Corrado Tedeschi porta all’interno del 41° Festival La Versiliana, lo spettacolo Lezione semiseria di un uomo dal fiore in bocca, una versione inedita e particolare del celebre atto unico pirandelliano. L’opera, infatti, viene anticipata da alcune “lezioni semiserie” su Pirandello e sulla sua poetica, che rendono l’opera fruibile da qualsiasi tipo di spettatore.

«Ho impostato una prima parte dello spettacolo facendo un gioco con il pubblico in cui lo coinvolgo più volte. Qualcuno si ritrova sul palcoscenico senza sapere il perché giocando su temi pirandelliani, prendendo spunti da altre opere come Uno, nessuno e centomila e il risultato è molto interessante. Io sto tornando adesso dalla Sicilia, dove lo spettacolo è stato molto apprezzato. È un testo assolutamente rivoluzionario perché giochiamo con Pirandello. Il pubblico entra in questo ruolo e gioca per un’ora e un quarto al teatro» così ce lo presenta Corrado Tedeschi, confessandoci che si tratta di uno spettacolo molto amato ed apprezzato dai giovani: «La cosa più bella della prima parte è che i giovani si divertono molto e, forse, non sanno neanche perché. La verità è che si ritrovano in alcune dinamiche pirandelliane, come l’essere, l’apparire, ma attraverso una messinscena leggera perché i ragazzi vanno avvicinati al teatro e a Pirandello, senza farli scappare».

L’uomo dal fiore in bocca narra la storia di un uomo affetto da un tumore e che, ritrovatosi una sera in un bar, racconta a uno sconosciuto le piccole gioie della vita e della loro fondamentale importanza. Tedeschi ci rivela che è proprio così che accade a un malato di tumore, perché anche lui aveva scoperto di essere affetto da un cancro dopo una colonscopia. Tutto questo ha influenzato anche la sua rappresentazione del L’uomo dal fiore in bocca: «Per tanti anni mi sono chiesto cosa volesse dire trovarsi nei panni di un uomo che stava per morire. Dopo 7 anni, mi sono ammalato anche io di quel male lì e, quindi, per 7 anni ho fatto questo spettacolo sapendo esattamente che cosa si provasse. 7 anni prima era bello e fatto bene, dopo però era vero, senza bisogno di recitarlo. È un testo al quale sono affezionato in maniera molto particolare». Ci confessa come quest’opera, che in molti hanno interpretato come un testo sul morire, sia invece un vero e proprio “inno alla vita” e, come tale, lui lo ha percepito e aiutato durante la sua malattia: «Pirandello descrive come dei giovani annodino dei pacchi regalo, e chiunque potrebbe domandarsi cosa c’entri e, invece, è proprio lì il bello, perché attraverso queste descrizioni si ha il vero significato dell’opera, che non è uno spettacolo sulla morte ma è un inno alla vita. Se osservate le cose della vita quotidiana come se fossero le ultime, vedrete con che intensità vivrete la vostra vita».

Tedeschi ci dà appuntamento a giovedì 19 ore 21.30 alla Versiliana e, alla nostra domanda su cosa si aspetta dal pubblico versiliese, risponde: «Mi aspetto che il pubblico entri dentro questa storia prima con il divertimento e poi con il sentimento. Mi fido molto del pubblico della Versiliana».

di Francesca Cecconi

(Visitato 123 volte, 1 visite oggi)
TAG:
corrado tedeschi Slider

ultimo aggiornamento: 19-08-2020


“L’onda del movente” [Recensione libro]

Diamoci del tu: intervista a Gaia de Laurentiis e Pietro Longhi, in scena alla Versiliana