La nuova diffusione del Covid 19, parla il professor Gino Fornaciari, Ordinario di Storia della Medicina presso l’Università di Pisa

“Nello scorso giugno scrissi un lungo saggio dal titolo “L’influenza Spagnola e la pandemia do Covid-19”, pubblicato ora nel volume: Oltre la Pandemia: Società, salute, economie e regole nell’era post-Covid-19 a cura di Gianmaria Palmieri, Editoriale Scientifica Napoli, 2020.
Nell’articolo avevo rilevato che “in assenza di terapie efficaci e di vaccinazione, le autorità sanitarie siano dovute ricorrere a mezzi di prevenzione tradizionali, come la chiusura delle frontiere e l’isolamento, già in uso nel corso del tardo Medioevo e dell’Età moderna, che si sono rivelati comunque efficaci per contenere il picco dell’epidemia ed impedire il collasso delle strutture ospedaliere, in particolare dei reparti di terapia intensiva. Le misure preventive hanno permesso di raggiungere un plateau ed un inizio di discesa dei nuovi casi, favorita anche dalla buona stagione, a partire dalla fine di marzo.”
L’avvenuta diminuzione, e talora la scomparsa dei casi di Covid-19, con l’eccezione delle regioni industriali fortemente inquinate da polveri sottili (potenziali veicoli del virus) come la Lombardia e il Piemonte, fu dovuta essenzialmente a due fattori: il rigoroso isolamento domiciliare (lockdown) e la temperatura mite dell’estate, che impedì la diffusione respiratoria del Coronavirus sotto forma di malattia da raffreddamento.
Dal Giugno 2020 abbiamo assistito al deprecabile fenomeno del “tutti liberi”, come se il virus fosse magicamente scomparso: manifestazioni affollate, soprattutto politiche, con il mancato rispetto del sia pure minimo “distanziamento sociale” e l’affollamento di molti reparti industriali. C’era da ritenere che le misure minime di prevenzione messe in atto dalle autorità sanitarie, in assenza di possibilità di controllo e di mezzi adeguati coercizione, potessero essere utili ma insufficienti.
In base ad alcuni modelli matematici era stata prevista una nuova diffusione del Coronavirus nel prossimo autunno-inverno, con la puntuale comparsa delle malattie da raffreddamento, che avrebbero facilitato di nuovo la diffusione del Covid-19.
Grazie all’abbandono anche delle minime misure preventive, concretizzatosi nella frequentazione di luoghi affollati (discoteche, stabilimenti balneari, resorts, ristoranti ecc.) non solo nel nostro paese ma soprattutto nelle località di villeggiatura all’estero (prive di qualsiasi controllo sia pure minimo), la diffusione del Coronavirus ha precorso i tempi.
Il virus si sta ora diffondendo attivamente di nuovo nella popolazione italiana, grazie soprattutto ai giovani che si sono esposti maggiormente all’infezione durante le vacanze, come dimostra la comparsa di un migliaio di nuovi casi al giorno, per lo più di importazione e ormai fuori controllo, perché praticamente privi di tracciatura. La conclusione è che, in assenza di distanziamento e di mascherine adeguate (almeno FFP2), l’epidemia continuerà a salire fino alla campagna di vaccinazione di massa con un vaccino sicuro, prevista purtroppo non prima del prossimo autunno inoltrato”

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ultimo aggiornamento: 22-08-2020


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