Un’indagine lampo, di appena un mese, quella del Commissariato di Polizia di Forte dei Marmi, diretto dal dottor Mario Russo, che ha visto finire nei guai dei minorenni, alcuni dei quali versiliesi, per quanto avvenuto sul pontile di Tonfano la notte dello scorso 16 agosto quando un ragazzino di Firenze, 16enne, fu ferito, aggredito a calci e pugni, scambiato per il “mostro” che aveva violentato una coetanea nella vicina spiaggia. Conta circa 300 pagine il fascicolo che la Polizia ha consegnato alla Procura dei Minori fiorentina al termine dell’inchiesta durante la quale gli inquirenti hanno raccolto un centinaio di testimonianze. Il presunto – perche’ tale resta fino a condanna definitva – violentatore, che conosceva la ragazzina vittime delle attenzioni sessuali, è stato denunciato a piede libero per violenza sessuale mentre 5 ragazzi, anche loro minorenni, sono stati indagati per aggressione e lesioni. Che la “brutale aggressione” al ragazzo fiorentino, come l’ha definita il dirigente del commissariato del Forte, Mario Russo, fosse legata a motivi di difesa di una giovane era emerso fin da subito. Inizialmente però sembrava che fosse stata la vittima del pestaggio a intervenire per difendere dal ‘branco’ una fantomatica ragazza. La vicenda ha poi cominciato a chiarirsi quando due giorni dopo una sedicenne ha fermato una volante a Pietrasanta spiegando alle due poliziotte a bordo della “pantera” che dopo aver seguito in spiaggia un ragazzo, quest’ultimo l’avrebbe spalleggiata, su seno e parti intime, di fronte al suo diniego, riuscendo poi a scappare. Venuti a conoscenza di quanto accaduto nella quasi immediatezza dei fatti, un gruppo composto dai ragazzi denunciati avrebbe scambiato il sedicenne fiorentino, incontrato sul pontile del Tonfano, per il responsabile di quanto subito dalla giovane, e avrebbero così deciso di vendicarsi.

Tutti ricorderanno la brutale aggressione avvenuta la notte del 16 agosto scorso ai danni di un quindicenne in località Tonfano di Pietrasanta. Tutti ricordano come questa vicenda sia stata sottovalutata in un primo momento perché le ferite riportate dal ragazzo a seguito dell’aggressione, siano state ritenute guaribili in appena tre giorni diventati poi 60 a un esame più approfondito che ha diagnosticato una frattura scomposta dell’osso mandibolare del ragazzo. Inizia così una complessa e articolata attività di indagine condotta dagli agenti del Commissariato di Forte dei Marmi che aveva come unico e inesorabile scopo quello di individuare i colpevoli e perseguirli in termini di legge. Sennonché, due giorni dopo l’accaduto, una pattuglia del Commissariato con a bordo personale femminile, viene avvicinata da una ragazza che in atteggiamento in un primo momento polemico e aggressivo, critica quello che i giornali avevano scritto fin a quella mattina su tutta la vicenda. La poliziotta vuole vederci chiaro e rivolge alla ragazza una serie di domande che mentre la rabboniscono la inducono ad aprirsi e a riferire tutto quello che evidentemente le esplodeva dentro. Racconta di una violenza che lei stessa quella notte aveva subito e che quella brutale aggressione, ancorché separabile dal punto di vista concettuale dalla sua vicenda, in qualche modo le era connessa per una causalità quasi fortuita. In Commissariato, alla presenza della nonna in quel momento responsabile dell’adolescente perché affidatale dai genitori per trascorrere in Versilia un periodo di vacanza, riferisce che quella notte si era appartata sulla spiaggia con un ragazzo appena sedicenne. Questi, nonostante avesse verificato la ritrosia della ragazza di andare oltre un certo limite, le aveva usato violenza toccandole il seno e le parti intime. Successivamente, liberatasi dal suo violentatore, la ragazza si rifugia sul lungomare di Tonfano unitamente a una sua amica che con altri adolescenti nel frattempo era rimasta poco distante da lei sempre sulla spiaggia. Le due ragazze lì incontrano poi un altro gruppo di adolescenti, conosciuti pochi giorni prima, che vedendole sconvolte chiedono loro cosa fosse accaduto. Le ragazze riferiscono di quanto capitato e innescano senza volerlo una sortita punitiva messa in atto da questi ragazzi ai danni di un appena quindicenne la cui unica colpa era quella di trovarsi lì in quel momento con altri amici ed essere erroneamente scambiato per colui che aveva usato violenza. L’aggressione nei suoi confronti è stata caratterizzata per tutta la sua durata con modalità veramente crudeli. A terra questi continuava ad essere colpito con calci e pugni al volto e al torace, e solo il buon senso di uno dei presenti, che a un certo punto si è frapposto tra gli aggressori e l’aggredito, ha evitato il peggio. La ricostruzione dei fatti ha comportato l’escussione di moltissimi testimoni, spesso sentiti più di una volta, oltre che alla visualizzazione di immagini e altri accertamenti e verifiche all’esito dei quali è stato possibile dipanare una vicenda molto ingarbugliata e cristallizzarla in un’informativa di reato di circa 400 pagine. L’attività si è conclusa con 4 ragazzi indagati per la brutale aggressione aggravata, e un altro per violenza sessuale. Tutto il procedimento è incardinato presso la Procura del Tribunale dei minori di Firenze.


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