Ha fatto scalpore il post su Facebook di Marta Loi, la donna, a Roma, che dopo un aborto terapeutico ha scoperto, dopo 7 mesi, nonostante avesse detto no alla sepoltura, che il feto era stato tumulato nell’ambito del progetto “giardino degli angeli” con tanto di croce in legno riportante sopra il suo nome e cognome. Da quanto appurato dalla stessa ” i prodotti del concepimento dalla 20^ alla 28^ settimana oppure i “feti” oltre la 28^ settimana, vengono sepolti su richiesta dei familiari o, comunque, su disposizione della ASL”. Una notizia, questa, diventata virale: il post della donna ha fatto il giro dei social e la vicenda è stata ripresa anche dalla stampa nazionale. Un cimitero di bimbi mai nati, quello che viene raffigurato anche nell’immagine a corredo, allestito in un campo con tante piccole croci tutte in fila, tutte con i nomi della madri dal momento che i feti un nome non ce l’avevano
Dottor Antonio Santucci, Lei che è il primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale “Versilia” non ritiene che sia stata violata la privacy della signora, e di tutte quelle donne che si sono trovate nella stessa situazione, esponendole al giudizio di chi, contrario all’aborto, sia volontario che terapeutico, pensa che il nascituro sia stato abbandonato?
Credo si verifichi, in questo caso, una evidente violazione della privacy
Nel “comune pensare” in molti erano certi che i feti venissero cremati come prodotti abortivi e poi dispersi nel cinerario comune
Cosa diversa se purtroppo il bimbo nasce morto e in questo caso
ha diritto a un nome e cognome, con funerale, tumulazione o cremazione in base a quello che decide la donna e la famiglia
Esiste una procedura che prevede la informazione alla coppia, in caso di aborto spontaneo, volontario o morte endouterina (dopo la 28 settimana) sulla possibilità di richiedere la sepoltura del feto secondo le normative vigenti. Per la sepoltura dei feti abortivi di presunta età gestazionale 20-28 settimane o dopo 28 settimane e che all’ufficiale di stato civile non siano stati dichiarati come nati morti, i permessi trasporto e seppellimento sono rilasciati dall’unità sanitaria locale. A richiesta dei genitori, possono essere raccolti con la stessa procedura anche con età presunta inferiore alle 20 settimane. In assenza di richiesta di sepoltura da parte della madre o genitori, i feti abortivi riconoscibili sono gestiti dall’azienda con richiesta di trasporto e seppellimento, i feti non riconoscibili sono gestiti come rifiuti sanitari.
Può illustrarci quali sono le norme in vigore a Viareggio e sulla costa in merito?
In sintesi, la coppia viene informata sulla possibilità di seppellimento, e viene sempre esaudita la volontà della coppia stessa, mai viene attuata una procedura contro la volontà dei genitori, tantomeno compaiono nomi da nessuna parte.