PIETRASANTA. La didattica a distanza? Non è scuola. Non è diritto allo studio. Parola di Amelia, una studentessa di quarta di un istituto superiore di Pietrasanta. La giovane ha preso carta e penna e si è rivolta alla stampa per denunciare tutta la sua amarezza e le sue perplessità rispetto ai contenuti dell’ultimo Dpcm.
“Ho ascoltato l’ultimo DPCM e come studentessa di una scuola secondaria di secondo grado avrei un’osservazione da porre. Sembra quasi impossibile portare a termine in modo completo il percorso di studi facendo il 75% delle lezioni in DAD. Abbiamo tutti assistito al flop della DAD verificatosi questa primavera:alunni assenti, connessione instabile, e molti professori che non essendo abituati a questa DAD sono in difficoltà a svolgere le lezioni. Questo a danno di noi studenti. Impedirci una regolarità scolastica con interrogazioni e lezioni in presenza equivale a toglierci il diritto allo studio In quanto non è garantita una buona e solida istruzione ma anzi molto precaria.
In merito all’emergenza sanitaria e ai casi a scuola aggiunge: “I contagi nelle scuole sono veramente effimeri. Infatti é ben diverso parlare di “contagi a causa della didattica in presenza nelle scuole” quando invece si tratta di studenti, personale ata e personale docente che non rispettando le norme nella vita di tutti i giorni introducono il covid-19 nelle scuole. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, questi non dovrebbero essere un impedimento per la didattica. Riparare, aggiungere altri mezzi di trasporto garantirebbe lo studio, questo fatto dovrebbe essere solo una piccolezza in quanto l’istruzione è fondamentale per il nostro Paese. Dobbiamo aiutare la scuola investendo sui mezzi pubblici e non privarci della scuola a causa dei mezzi. Ricordiamoci che siamo uno, se non il primo paese colpito da un potente analfabetismo di ritorno. La situazione mi sembra parecchio grave.