“Abbiamo letto nei giorni scorsi – dichiarano Damasco Rosi e Simona Barsotti, consiglieri del Partito Democratico di Massarosa – l’appello lanciato pubblicamente da una ragazza di Massarosa in cerca di un alloggio, abbiamo letto della trafila che ha dovuto fare per riuscire ad avere un minimo contatto con esponenti della giunta e infine delle risposte evanescenti che ha ricevuto. Per rispetto della famiglia non vogliamo parlare del caso specifico ma dei molti casi, compreso quello, di emergenza abitativa che, per svariate ragioni, emergono sul nostro territorio. Chiaro è che nessuno ad esempio può interferire rispetto ai tempi e ai modi di assegnazione delle case popolari che spettano, dopo aver fatto domanda ed essere entrati in una graduatoria istruita in base a precisi punteggi dettati da criteri e parametri regionali ben definiti, ma sindaco e assessori hanno il dovere di trovare delle soluzioni per rispondere alle difficoltà reali e concrete dei cittadini”.

“Massarosa – proseguono – è un comune ad alta densità abitativa ed è l’unico, a livello provinciale, che detiene un numero totalmente esiguo di alloggi popolari, circa 90 su una popolazione di più di 22 mila abitanti. Un rapporto da attenzionare più che mai, numeri che non danno via d’uscita e non permettono sicuramente facili soluzioni abitative in risposta all’emergenza che esiste e che esisterà sempre di più una volta ripartiti gli sfratti esecutivi ad oggi sospesi per il Covid. Come intende muoversi l’amministrazione, cosa ha fatto e cosa farà nel prossimo futuro non è dato saperlo. Il sindaco e la sua giunta non parlano e la commissione sociale si è riunita dopo due anni, una sola volta, il 23 febbraio scorso”.

“Il percorso ereditato dall’amministrazione Mungai – ricordano i due consiglieri – lasciava la possibilità di affrontare questa tematica con l’aiuto ed il supporto indispensabile del privato sociale rappresentato in particolare da Fondazione Casa ed Agenzia Casa, nate proprio per lo specifico scopo di lavorare sul territorio alla ricerca di case ad affitto congruo in collaborazione con i servizi sociali; ognuno, con il proprio ruolo, per rispondere ad una emergenza che a Massarosa è molto più pesante che altrove. Dal 2011 al 2019 l’amministrazione Mungai ha risposto con l’assegnazione di 28 alloggi popolari e, grazie all’importante lavoro sinergico con Agenzia Casa, Fondazione Casa e Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca si è potuto reperire, dal 2015 al 2019, 35 alloggi nuovi da destinare sia a canone convenzionale che per l’emergenza abitativa: 10 a Stiava di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, 14 in Ficaia di proprietà di Fondazione Casa, 8 a Quiesa in affitto ad Agenzia Casa fino al 31 dicembre 2020 e 3 a Massarosa tutt’ora in affitto ad Agenzia Casa. Nei 28 alloggi popolari sono compresi anche i 2 alloggi a Corsanico completamente ristrutturati a quel tempo e divisi per nostra volontà politica, non ancora assegnati ma che lo saranno prossimamente”.

“L’amministrazione Coluccini – continuano i democratici – avrebbe potuto portare avanti questo lavoro sfruttando la quota sociale annua di Fondazione Casa, ad oggi congelata da Coluccini e non considerata nei bilanci 2021 e 2022, riversata sul territorio in servizi importanti: sportello emergenza abitativa e anticipi caparre che le risorse regionali attribuite tramite la zona”.

“Dato che Massarosa è un comune ad alta densità abitativa riceve dallo Stato importanti risorse finalizzate alla prevenzione dell’esecuzione degli sfratti chiediamo all’amministrazione Coluccini, quante risorse sono state attribuite a Massarosa dalla metà del 2019 fino ad oggi e quante sono state effettivamente utilizzate per i nostri cittadini? Tutto questo ed altro sarà oggetto di una interrogazione che presenteremo e alla quale chiediamo risposte chiare ed esaustive, rinnovando, come oramai già più volte fatto, la richiesta di convocare la commissione sociale per discutere delle problematiche presenti nel nostro comune, dalla casa, al lavoro, alle nuove e vecchie povertà e al disagio sempre più crescente soprattutto a seguito dell’emergenza pandemica”.

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