Il Liceo Scientifico Barsanti e Matteucci di Viareggio protagonista al “Festival delle arti per lo sport integrato”. Un’iniziativa davvero importante che si è tenuta dal 21 al 23 ottobre, in diverse città d’Italia tra cui Roma, dove hanno preso parte studenti provenienti da tutto il paese e che rientra nel progetto “Cambia il Tempo”, promosso dallo CSEN e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

In pratica è stato il frutto del lavoro pluriennale per la diffusione della cultura dello sport integrato e dell’inclusione. Nonostante le difficoltà causate dall’emergenza sanitaria, i docenti Gianmarco Apollonio e Niccolò Zambuto, hanno realizzato per gli alunni, veri e propri laboratori, consentendo loro di esprimersi attraverso opere artistiche di ogni genere.

Il grande giorno del Barsanti e Matteucci è stato sabato 23, quando al cinema Nuovo Sacher di Roma, hanno avuto l’opportunità di presentare i propri lavori artistici di fronte ad un folto pubblico.

«Si tratta di opere d’arte in cartapesta e pittura – spiega Gianmarco Apollonio, docente di disegno e storia dell’arte al Liceo Scientifico -, dove gli studenti hanno interpretato poesie e canzoni. In sostanza da un’ idea astratta sono passati a quella tangibile. Le tematiche sono svariate: smog, inquinamento, temi di introspezione e sensazioni riguardanti la pandemia».

«L’arte ha sempre rappresentato  un mezzo comunicativo ed espressivo importante – commenta Nicolò Zambuto, insegnante di sostegno -.  Al giorno d’oggi è ancora il metodo per ottenere una comunicazione chiara e diretta. Le arti figurative, la musica, il teatro,  la danza, lo sport  e tutte quelle forme d’arte di cui l’uomo è creatore, possono essere veicoli di un percorso, un viaggio dentro sé, nel proprio mondo interiore utilizzato come  espressione  di pensieri e vissuti personali attraverso un linguaggio universale che, proprio perché universale, permette di abbattere differenze legate alla lingua e alle  condizioni, elementi significativi che, altrimenti, accentuerebbero le differenze tra individui, riuscendo quindi a contrastare fenomeni di intolleranza e discriminazione. Se a ciò aggiungiamo il fatto che il laboratorio artistico ha rappresentato uno spazio aggregativo per gli alunni del Barsanti e Matteucci (normodotati e con bisogni educativi speciali) in un momento in cui le relazioni tra le persone erano state sensibilmente ridotte, possiamo affermare – conclude il professore – che la finalità del progetto di far immergere i ragazzi in una visione di integrazione sociale attraverso l’arte, sia stata raggiunta in pieno».

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