Il caro gasolio rischia di “ritardare” la fioritura dei fiori di San Valentino. A lanciare l’allarme sono i floricoltori della Versilia che in queste settimane devono fare i conti, salatissimi, con il boom dei costi energetici con rincari fino al 50% per il riscaldamento delle serre che ospitano in questo periodo produzioni tricolori tipiche come il ranuncolo, la fresia, gli anemoni, i gigli, le calle e le gerbere che si regalano, insieme alle rose e ai tulipani, il giorno di San Valentino. Il caro bollette investe come uno tsunami il florovivaismo che stava tentando la lenta e faticosa ripresa dopo il calo consumi provocato dalla pandemia. “L’emergenza energetica – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – si riversa non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni. Il comparto, sicuramente tra i più importanti comparti per numeri e fatturati della costa e della piana di Lucca, è in forte difficoltà nonostante gli effetti dei rincari non si siano ancora pienamente manifestati”. 

Il caro bollette si sta divorando gli utili, già molto fragili, del florovivaismo. “Produrre lo stesso fiore – spiega Cristiano Genovali, Presidente Affi, associazione floricoltori e fioristi italiani – ci costerà il 20% in più che è il nostro margine di guadagno. Il gasolio per riscaldare le serre solo in questa settimana è aumentato del 15% e per produzioni tipiche di questo periodo, che hanno bisogno di essere scaldate per fiorire, è un disastro”.

Con il prezzo del gasolio alle stelle nelle serre i floricoltori sono costretti ad “abbassare” la temperatura, per consumare meno gasolio o energia elettrica, ritardando il ciclo vegetativo di alcune varietà che per fiorire hanno bisogno di 15-20 gradi con il rischio, oltre che di favorire gli attacchi dei funghi patogeni, di non arrivare in tempo ai consumatori per la festa di San Valentino. Un momento della stagione, quello della ricorrenza degli innamorati, che per il settore è molto importante. “Con i ritardi di fioritura – spiega ancora Genovali – corriamo il rischio di avere meno fiori italiani in commercio per il periodo di San Valentino favorendo varietà che arrivano dall’estero. Spesso – spiega ancora – si tratta di prodotti ottenuti dallo sfruttamento come nel caso delle rose dal Kenya per il lavoro sottopagato e senza diritti e i fiori dalla Colombia dove ad essere penalizzate sono le donne”.

Da qui l’importanza di preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni Made in Italy – conclude la Coldiretti – scegliendo l’acquisto di fiori tricolori,  direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio.

Per informazioni www.lucca.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook @coldirettilucca, Instagram @Coldiretti_Toscana e  pagina ufficiale YouTube “Coldiretti Toscana”

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