“La nostra priorità oggi è il lavoro, l’abbassamento delle tasse sul lavoro. Completiamo la campagna elettorale con una fortissima spinta della nostra agenda sociale, in particolare sul tema dell’abbassamento delle tasse del lavoro, che vuol dire rendere possibile per ogni lavoratrice e ogni lavoratrice, alla fine dell’anno, una quattordicesima in più, grazie a salari più alti, salari più solidi, dovuti a questa scelta che facciamo. Il primo Consiglio dei Ministri dopo le elezioni per noi vuol dire impostare una legge di bilancio subito con questa riduzione delle tasse sul lavoro”. Così il segretario del Pd Enrico Letta a margine di un incontro elettorale a Pietrasanta.
Letta ha parlato dei molti temi che riguardano il PD e gli argomenti salienti che girano intorno alle prossime elezioni del 25 settembre.
”L’abbassamento delle tasse sul lavoro sarebbe, secondo noi, il migliore segnale da dare, rispetto ad una proposta della destra che è tutta basata su questa idea della flat tax, generalizzata, per tutti, che vuol dire solo dare di più a chi ha già di più. Francamente non è questo il metodo su cui noi immaginiamo una riforma fiscale. Per noi invece ridurre le tasse sul lavoro è la cosa principale”.
“La vicenda dell’energia nel suo complesso necessità di scelte nazionali ben gestite e ben fatte. – Dice Enrico Letta riguardo i rigassificatori – La scelta strategica sull’energia necessita che ci siano dei rigassificatori e che funzionino . Ovviamente vanno gestiti e vanno applicati in intesa e d’accordo con le amministrazioni locali, che è quello che si sta facendo sia in Emilia che in Toscana. È in corso una discussione, che ovviamente è una discussione complicata a Piombino più à che a Ravenna, perché a Piombino c’è una storia passata, una storia legata al tema della siderurgia. Bisogna che, come ha giustamente ha detto il presidente della Regione, si faccia un buon lavoro legato soprattutto ai lasciti del passato, alla siderurgia del passato. È per questo che ci vuole un discorso, un confronto con le realtà territoriali che vada avanti. Però sono fiducioso che questo confronto possa portare risultati positivi”.
Riguardo alla politica internazionale, più specificatamente, Letta ha parlato della guerra in Ucraina e della possibile escalation di Putin. “Siamo molto preoccupati per quello che abbiamo ascoltato da Putin. Siamo contrari a un’escalation e vogliamo che la pace trionfi, ma per fare questo serve una posizione netta che dica chiaramente a Putin che non sono accettabili ricatti. Siamo molto netti nel dire che l’Europa sia unita e che l’Italia tenga una posizione unita. Siamo molto preoccupati – ha aggiunto Letta – dalle ambiguità che nella destra italiana ci sono. Bisogna che il nostro paese sia il più rapidamente possibile in grado di fare scelte sull’energia che ci tolgano dalla dipendenza del gas russo e sul disaccoppiamento del costo dell’energia da quello del gas”.
Riguardo alle energie rinnovabili: “L’ultima centrale nucleare è stata inaugurata quest’anno, in Finlandia. Ci sono voluti sette anni a farla e è costata 11 miliardi. Chi pensa che il nucleare oggi sia la soluzione dice una cosa che è buona per i convegni, ma non per la realtà. La realtà – ha aggiunto Letta – è un’indipendenza che noi dobbiamo trovare con nuove fonti di approvvigionamento del gas, e con una forte accelerazione sugli impianti per le rinnovabili. Poi bisogna fare un piano di risparmio energetico che va messo in pratica molto bene”.
Il segretario del Pd è intervenuto inoltre riguardo alla situazione delle scuole dell’infanzia. “Dare più scuola, allungare l’obbligo scolastico, rendere possibile che tutte le famiglie mandino i propri bambini alla scuola di infanzia è uno degli impegni più importanti che prendo. Le disuguaglianze cominciano dall’infanzia. Tutte le ricerche ci dicno che più tardi un bambino inizia la scuola, peggio è, anche per le sue capacità cognitive. Questo non può essere legato alle possibilità del portafoglio della famiglia. Dobbiamo rendiamo possibile che tutti possano mandare i bambini alla scuola di infanzia”.
”Nel 2011 il governo Berlusconi, con Meloni ministro, si dimise perché avevano messo l’Italia a rischio default. – Conclude Enrico Letta – Oggi si ripresentano uguali, dopo averci costretto a 10 anni di sacrifici, e con le stesse promesse assurde di ieri. Bisogna far tornare la memoria agli italiani perché abbiamo la memoria corta”.