Un vecchio segretario comunale che ho amato molto mi disse un giorno: “l’esercizio del potere sta nel non concedere. Come possono certe persone rendersi indispensabili se ognuno di noi ottenesse le cose che gli iter amministrativi permettono”?

Con il teatrino messo in piedi dal Sottosegretario Vittorio Sgarbi rischiano di perdere tutti: la cittadinanza di Torre del Lago, il Comune di Viareggio e lo stesso Ministero – a parlare è Paolo Salvetti, coordinatore versiliese di Azione. 

Niente di nuovo per colui che basa da sempre la sua visibilità sulla polemica e sul clamore appoggiando ogni causa che gli possa portare un po’ di notorietà soprattutto in questo caso, dove letteralmente i soldi per eventuali risarcimenti da pagare non sono i suoi.

Al centro della diatriba il rifacimento del Belvedere di Torre del Lago che la cittadinanza aspetta da anni e che finalmente vedeva la sua realizzazione.
Vedete – continua Salvetti – ogni opera pubblica che viene realizzata avrà sempre persone che diranno che poteva essere fatta diversamente o che non gli piace, ma quasi tutti dimenticano lo stato precedente e il disegno complessivo di abbellimento funzionale del territorio sia per i residenti che per coloro che vorranno visitarlo.

Render nuovo Belvedere a Torre del Lago


Soprattutto “nel pubblico” questi iter sono molto complessi e spesso mediati tanto da ipotizzare – nel caso specifico – che persino la stessa amministrazione l’avesse pensato inizialmente in modo diverso.

Ma ecco che arriva Sgarbi a sostegno degli oppositori all’Amministrazione con il suo usuale “Fa schifo” in uno scontro che ora è tutto interno al Ministero.
La soprintendenza è il ministero e ha confermato la correttezza dell’intervento, ma dalla sede centrale Sgarbi si è avocato a sé la revoca del parere.

In questo caso però non parliamo di un iter per la realizzazione del Belvedere, ma di un processo concluso.

Processo che ha visto una società di progettazione lavorare per mesi in stretta relazione con tutti gli Enti che insistono a vario titolo su quella porzione di territorio; che ha ottenuto i pareri favorevoli della soprintendenza; che ha ottenuto fondi in base a quel progetto dal PNRR; che è stato presentato alla cittadinanza; che ha bandito una gara che è stata aggiudicata e di una ditta che stava per iniziare i lavori.

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È noto a tutti che per ottenere i soldi del pnrr le opere devono avere una conclusione entro una certa data, ma con questa battaglia a suon di carte bollate tutta interna al ministero le tempistiche rischiano di essere superate.
Ci chiediamo poi: Che succederebbe se cittadini, comune, progettisti e ditta aggiudicataria facessero causa? l’ipotesi di un risarcimento milionario alle parti lese che qualcuno dovrà pagare è da tenere conto. Chi pagherebbe i danni? Certamente non Sgarbi, perché come al solito i soldi sono dei cittadini.

Siamo stanchi di barricate ideologiche e demagogia, ma soprattutto del gioco delle parti. Vogliamo una politica che sia arte di governo e capace di far accadere le cose. Su questo Azione c’è.

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