Trenta anni fa, il 6 giugno del 1993, il sindaco Lorenzo Alessandrini veniva per la prima volta eletto alla guida del Comune.
Un anniversario che Alessandrini, tornato ad indossare la fascia tricolore nell’ottobre del 2021, ricorda come una delle tappe più importanti del suo servizio alla comunità.
Dopo un’esperienza da consigliere comunale e da assessore, oltre che da presidente della Comunità Montana “Alta Versilia”, il 6 giugno 1993 Lorenzo Alessandrini portava la lista della DC alla vittoria. Una tornata elettorale che vide un grande frazionamento del voto, con la lista della Democrazia Cristiana vincitrice con il 29,73%. Ben diversamente andò nel 1997 quando Alessandrini, a capo della lista “Costruiamo il futuro”, sfiorò il 60% dei voti, ottenendo precisamente il 59,93%, un ottimo risultato replicato nel 2021 con il 50,03% dei voti.
“Due anni fa, a distanza di decenni sono stato richiamato inaspettatamente in servizio – commenta Alessandrini -, dopo che avevo lasciato con piena convinzione la strada politica per dedicarmi a un altro tipo di servizio. Una scelta che mi aveva fatto deviare dal percorso di una carriera politica, preferendo interpretare quegli anni di amministratore pubblico come una testimonianza di servizio, in linea con quanto ho poi portato avanti al Dipartimento nazionale di Protezione civile”.
In mezzo c’era stata la disastrosa alluvione del 19 giugno 1996 che Alessandrini, seppur giovane amministratore, aveva saputo fronteggiare con competenza, rapidità di scelte e lungimiranza, tanto da essere notato dai dirigenti nazionali della Protezione civile che, appena concluso il mandato amministrativo, lo vollero al Dipartimento nazionale a Roma.
Si conclusero così i due mandati da sindaco, che all’epoca duravano quattro anni, tanto che Alessandrini raggiunge quest’anno anche l’anniversario del decimo anno da sindaco.
“Se trent’anni fa, con l’elezione decisi di prendere l’aspettativa dal mio lavoro di insegnante – aggiunge – per dedicarmi totalmente all’impegno amministrativo, anche in questa nuova esperienza ho accettato la candidatura sapendo che l’imminente congedo dal lavoro alla protezione civile nazionale, mi avrebbe consentito di impegnarmi a tempo pieno per il mio comune”.
Tanti i ricordi maturati negli anni di guida del Comune: “innanzitutto la novità dell’elezione diretta del sindaco – ricorda – che fu introdotta proprio nel 1993, al culmine della gravissima crisi della prima Repubblica, col sistema dei partiti in disfacimento, e con lo stesso comune di Seravezza che aveva sperimentato il commissariamento. Alle elezioni quell’anno nessuno voleva candidarsi, io accettai il sacrificio e ovviamente partii da giovane outsider, essendo altri i candidati più accreditati. Ho il ricordo vivido di quei giorni e dei primi rudimentali sondaggi fatti di semplici scambi di vedute per strada, che vedevano giorno dopo giorno una inaspettata salita delle mie quotazioni, fino alla sorpresa della vittoria”.
Il ritorno dopo tanti anni al Palazzo municipale è avvenuto in un contesto fortemente mutato, anche in virtù delle riforme della pubblica amministrazione, in particolare con la legge Bassanini che ha modificato profondamente la ripartizione delle responsabilità.
“All’epoca spettava al sindaco la firma su ogni atto – ricorda Alessandrini – adesso tante responsabilità sono in carico ai funzionari e così è cambiato anche il ruolo del primo cittadino che adesso è chiamato soprattutto a sovrintendere, a indirizzare, a dare impulso a una macchina comunale anch’essa profondamente cambiata. Cambiata anche nei numeri e nelle caratteristiche: trent’anni fa il Comune disponeva delle cuoche nelle scuole, degli autisti dello scuolabus di una squadra ben nutrita di circa 80 operai. Adesso il Comune è piuttosto una cabina di pilotaggio che gestisce l’affidamento dei servizi a ditte esterne, la cui guida richiede grande equilibrio e un aggiornamento costante sull’evoluzione normativa e della finanza pubblica. Una cosa però è rimasta identica al sindaco di trent’anni fa, ed è lo spirito di servizio che mi portò a candidarmi all’epoca, che mi ha condotto poi sulla strada della protezione civile e infine mi ha riportato a dedicare qualche altro anno della mia vita alla mia terra e alla mia gente”.