Acque agitate alla Port Authority di Pisa, dopo le dimissioni dell’intero cda della partecipata del comune di Pisa. Di seguito gli interventi del presidente, Salvatore Pisano, e del legale, avvocato Massimo Nitto, della stessa Port Authority

Da sempre i mari tempestosi hanno forgiato i marinai. Da sempre i comandanti delle
imbarcazioni hanno dovuto prendere decisioni a volte dolorose, altre volte ardite sempre
però con un unico obiettivo: la salvezza della nave al pari del suo equipaggio. E un
comandante che ha nel cuore ciò che gli è stato affidato sa esattamente quale sia la rotta
migliore per portare lo scafo nei porti sicuri, dai quali sa che dovrà nuovamente partire per
solcare mari rischiosi, pericolosamente infestati da squali, consapevole che con essi dovrà
confrontarsi qualora il peggiore dei fortunali dovesse farlo naufragare.
Quando nel settembre del 2018 accettai di guidare la Navicelli di Pisa srl, non avevo esatta
contezza di cosa avrei trovato. Ciò che portavo con me in quella realtà era tutto ciò che mi
era rimasto: senso del dovere, spirito di sacrificio, conoscenza tecnica, amore e umanità,
giustizia e soprattutto temperanza. Peculiarità che dovevano misurarsi con una formazione
militare, un vissuto in una famiglia con un padre militare e con una madre che aveva
educato me e mio fratello secondo canoni improntati a quelli della gente comune. Questo
mio bagaglio mi ha aiutato ad affrontare con forte determinazione, a testa bassa e pancia a
terra l’impegno che il 29 settembre 2018 avevo assunto verso la Società, l’Amministrazione
Comunale, verso il partito che aveva indicato come possibile nome il mio, ma soprattutto
verso la Città.
Sono partito da qui, restituendo a tutti una media di 2.000 ore di presenza nei primi sei mesi
(festivi compresi), 3000 nell’anno successivo e, a regime, non meno di 2.000 ore l’anno per
gli anni successivi. Si comprende che questa profusione di impegno è stata dovuta perché
sentita, ma anche perché (ed è un dato oggettivo) la società era esposta su più fronti. Una
posizione debitoria prossima al milione e mezzo di euro, una liquidità di cassa inesistente,
l’incessante richiesta della restituzione di una somma prossima ai 400.000,00 euro da parte
dei soci fuoriusciti, corrispettivo per la quota a loro dovuta (nonostante che quel debito fosse
maturato in costanza della loro presenza in compagine), fornitori che soffrivano ritardi di
pagamenti importanti, dagli 80.000 ai 245.000 euro, con tempi di saldo delle fatture
superiore ai 365 giorni, sponde del Canale in alcuni tratti franate, con le erosioni che
lambivano pericolosamente le vie Alzaie, impianti della palazzina non a norma e senza
certificazioni a partire dal 1990. E ancora, il ponte mobile di Calambrone a rischio default
strutturale localizzato, una collaborazione ingombrante che drenava 200.000 euro di capitali
pubblici a fronte di ritorni pressoché nulli.
Chi controverte questa narrazione è in cattiva fede e sa di esserlo. Ma anche chi non vuole
tributare i meriti per quella che è stata una vera e propria rinascita della società, sotto la
guida dell’Ing. Pisano, è in cattiva fede.
Nonostante la pandemia che ha inginocchiato le economie mondiali e nonostante la guerra
russo-ucraina, che ha portato ad aumentare di otto volte il prezzo delle materie prime, anno
dopo anno i bilanci della partecipata comunale iniziano, a partire dal 2019 a chiudere
nuovamente in attivo, e in parallelo alla soluzione delle problematiche dianzi dette, gli
importi riversati su opere pubbliche finanziate dai proventi dei canoni riscossi dall’area
aumentavano sensibilmente di anno in anno fino ad arrivare a superare i 600.000,00 euro nel
secondo semestre 2022/primo semestre 2023.
E ancora parallelamente, il superamento dell’impasse che rendeva impossibile il raddoppio
di Hangar navali di RossiNavi, il lavoro di credibilità che ha portato a preferire molti marchi
nel loro insediamento sul Canale dei Navicelli, Cantieri Sanlorenzo, ad esempio, ma anche
l’importante lavoro di tessitura di tutte le orditure che componevano una tela malamente
sfilacciata da ben oltre un decennio: Cantieri di PISA. In merito a questo salvataggio la
società è stata in grado di recuperare somme incagliate e addivenire, di conseguenza, ad una
stabilizzazione del rapporto concessorio che ha indiscutibilmente reso più appetibile il
cantiere. Prova ne è che da lì a poco è subentrata una proprietà che ha consentito di dare
certezze sia alla manodopera sia alla produzione cantieristica con la realizzazione di nuovi
scafi.
E ancora, attività sociali profondamente preziose come il progetto di recupero di neoplasie al
seno con l’AOUP senologica del Santa Chiara, progetto attuato grazie al potenziamento
dello sport sul canale e con le Federazioni sportive che su di esso si affacciano. E ancora il
raddoppio delle gare nazionali di canottaggio, che crea un indotto vorticoso nei periodi di
avvenimento delle stesse, l’assegnazione di un immobile in Darsena al corpo dei Vigili del
Fuoco che, oltre a portare attività istituzionali sul Canale, destinano la predetta per finalità
sportive.
E ancora, l’attrazione di fondi per un complessivo di 8 milioni di euro che hanno consentito
di elevare ad oltre 4000 metri la palancolatura delle sponde del Canale, l’introduzione di
opere di dragaggio mirate alle effettive necessità localizzate, ottimizzando così la spesa
pubblica, e l’aver incardinato un progetto di riprofilatura dell’alveo per consentire ad un
gigante del mare di uscire in sicurezza. Molto e molto altro ancora.
L’Ing. Pisano come Superman? Tutt’altro, ma sicuramente un direttore d’orchestra che ha
sapientemente saputo scegliere e guidare i consulenti della società. E proprio in merito a
questi arriviamo all’episodio che viene contestato tanto al professionista collaboratore della
Società, Avv. Massimo Nitto, tanto a chi scrive in qualità di Presidente. Premetto che il
dianzi detto professionista è stato ed è tuttora come credo lo sarà uno dei consulenti al quale
ascrivere il maggior contributo nel raggiungimento dei predetti risultati e quindi è naturale
che lo stesso goda di profonda stima a tutti i livelli societari. Da qui la personale richiesta di
partecipazione al programma che ha portato all’innesco di polemiche e quindi all’invio di
brutta comunicazione di richiesta di scuse pubbliche, con addirittura personale esibizione di
prova di invio, da parte del C.d.A., Consiglio di Amministrazione che anche esso gode di
personale stima. Ecco, quindi, la forte impressione che tale sproporzionato ultimatum ha
generato in me, al punto di indurmi uno stato di disagio fisico e emotivo. Mai mi sarei
aspettato un aut-aut di tre ore a maggior ragione non ravvedendo, in buona fede, alcuna
offesa. Ci mancherebbe, sarei prontamente intervenuto. Per questo motivo ho più e più volte
rivisto il passaggio del predetto professionista e tuttora non ravvedo alcuna offesa. Anzi, mi
pare ci siano stati elogi per tutti.
Cosa è andato storto? Non so. Non so davvero.
Certo è che, quando ho detto che il consulente non avrebbe potuto spiegare meglio, l’ho
detto perché in otto minuti intervallati da una pubblicità il professionista ha portato ad un
livello comprensibile a tutti, ciò che in realtà è più complesso. Non voglio esasperare
nessuno e al più mi scuso solo per questa mia presa di posizione, ma non ravvedo tuttora
motivi per i quali io dovessi adempiere ad un bruttissimo diktat, a maggior ragione non
ravvedendone la necessità proprio perché mancante la causa.
Resta singolare comunque osservare come le dimissioni mettano in crisi un andamento
societario già di per sé provato da emergenze, urgenze e inottemperanze contestate anche a
tutti i livelli via PEC. Anche per questo, tuttora mi sento provato per essermi trovato
improvvisamente esposto ad un immotivato, quanto ingiustificato tiro incrociato sulla base
di quello che serenamente io ad oggi considero un mero pretesto che porterà la conseguenza,
secondo i rumors non smentiti dal Sindaco, all’allontanamento della mia figura che tanto ha
dato e tanto ha incardinato in termini di percorsi futuri.
Comunque, pur col dispiacere di quanto accaduto non voglio esimermi dal ringraziare tutti
per il contributo fattivo ad oggi dato, C.d.A. dimissionario compreso.
Attendo con curiosità di vedere chi prenderà il posto di tutti.


Dott. Ing. Salvatore Pisano

Dopo giorni di meditato silenzio, credo sia obbligo fare chiarezza su una vicenda
che, apparentemente, pare trovare la sua scaturigine da alcune mie dichiarazioni rese
durante la registrazione della puntata de “La Pisaniana” andata in onda in data 12.11.2023.
Quando ho avuto modo di leggere la missiva del 16.11.2023 sottoscritta dai quattro
componenti uscenti dal C.d.A. di Port Authority di Pisa S.r.l., non posso nascondere di aver
provato una sensazione di sorpresa mista a profonda delusione ed amarezza: in primis per il
cordiale rapporto che mi lega, da anni, ad alcuni di loro, in seconda istanza per l’assoluta e
manifesta infondatezza che connota la contestazione che i medesimi muovono al mio
indirizzo ossia l’aver proferito “gravi affermazioni inerenti l’inattività dei consiglieri di
amministrazione che rallenterebbero l’operato della società”.
E’ doverosa una premessa: il mio intervento alla citata puntata de “La Pisaniana”, è
stato, così come deve essere, un intervento di carattere prettamente tecnico. Tre argomenti
sui quali sviluppare pochi concetti esplicativi: il recupero dei crediti in funzione della
situazione patrimoniale della Partecipata, l’evoluzione della struttura societaria (con il
passaggio dall’Amministratore Unico all’insediamento di un C.d.A.) le funzioni
dell’Organismo di Vigilanza.
In particolare, in ordine al secondo dei tre argomenti (quello in dal cui esame è
“esploso” il caso), riferendomi alla costituzione del Consiglio di Amministrazione della
Port Authority di Pisa Srl, ho espressamente fatto riferimento all’importanza del “contributo
fattivo” conferito alla Partecipata dalle Associazioni di Categoria (con esplicita indicazione di
Confcommercio e CNA) ed ho pubblicamente elogiato l’operato di figure professionali
(nell’occasione definite “illustri”) quali la Prof. Azzena e l’Avv. Virgone che, per studi ed
affinità d’ambito lavorativo, conosco da tempo ed ai quali non ho mai fatto mancare
pubblici attestati di stima. In tutto l’intervento non vi sono riferimenti, né lievi né gravi,
espliciti o di carattere allusivo, alla “inattività” viceversa menzionata, per la prima ed unica
volta, nella missiva dei consiglieri uscenti. Solo l’accenno alla circostanza, di natura
prettamente tecnico – giuridica, per cui la nuova struttura societaria abbia meccanismi
decisionali più complessi, in ragione di una sfera di attività più ampia ed articolata
(motivazione per la quale il C.d.A. è stato istituito): conseguenza logica ed ovvia che non
può né deve essere letta in senso negativo e/o dispregiativo relativamente al ruolo svolto
dai singoli consiglieri. Non può avere tale accezione a meno che non la si voglia, in modo
infondato e pretestuoso, attribuire forzando un’interpretazione autentica oltremodo chiara
ed inequivocabile. Nessuna critica, quindi, nei riguardi di coloro che, successivamente,
hanno sottoscritto l’atto di dimissioni (determinando lo scioglimento del C.d.A.), nessun
commento di carattere e/o a sfondo politico rivolto ai medesimi ovvero
all’Amministrazione Comunale di Pisa. E ci tengo a chiarirlo, convinto come sono, anche
dopo aver, più e più volte, rivisto la registrazione del mio intervento.
Per tale motivo ho ritenuto assolutamente inaccettabile (tanto nel merito quanto
per le modalità con le quali è stata articolata) la pretesa di formalizzazione di pubbliche
scuse in un comunicato stampa da diramare “agli organi di informazione provinciali e regionali (con
dimostrazione dell’avvenuto invio)” entro le 13:00 della stessa giornata: in primis perché, come
detto, non sono state formulate e/o proferite “gravi affermazioni” nei confronti di chicchessia
e tali da giustificare una richiesta di scuse, pubbliche o private che siano, in seconda istanza
perché la richiesta di prendere posizione sulla predetta missiva imponeva in modo
ultimativo di farlo nel termine di sole tre ore dalla sua trasmissione al mio indirizzo di posta
elettronica (ordinaria): considerato che lo scrivente è quotidianamente impegnato, nelle ore
antimeridiane (e talvolta, anche durante quelle pomeridiane) avanti agli Uffici Giudiziari di
tutta la Regione, non avrebbe avuto modo, così come non ha avuto modo, di affrontare la
questione se non successivamente al proprio rientro presso il proprio studio.
Con l’occasione, tengo a specificare ulteriormente come il mio rapporto
professionale con la Società sia sempre stato improntato alla massima serietà ed al massimo
impegno. Nel tempo in cui ho svolto l’incarico affidatomi ho sempre tenuto un contegno
assolutamente rispettoso verso tutti, rapportandomi con educazione tanto alle figure apicali
quanto agli altri collaboratori ed ai dipendenti. Non ho mai avuto problemi né nutrito
pregiudizi nei riguardi di alcuno. Il mio rapporto fiduciario con il Presidente del C.d.A. non
è mai stato messo in discussione ed ho sempre offerto all’Ing. Pisano e, per Suo tramite,
alla società la massima disponibilità.
Ciò che più mi amareggia riguarda proprio le ripercussioni che la vicenda ha avuto
nei confronti di un professionista, il Dott. Ing. Salvatore Pisano, per l’appunto, che negli
anni in cui è stato alla guida della Partecipata, si è dimostrato un ottimo amministratore ed
ha trasformato una società che, economicamente, navigava in acque assai burrascose e
prossima alla chiusura (il Sindaco Conti non ha mai fatto mistero dell’iniziale tentazione di
trasferire agli Uffici Comunali le competenze dell’allora Navicelli di Pisa Srl) in una
compagine estremamente efficiente, capace di incassare ingenti somme grazie al recupero di
crediti incagliati da tempo, saldare i propri debitori (risparmiando decine di migliaia di euro
rispetto alle richieste iniziali dai medesimi formulate) liquidare gli ex soci uscenti, Provincia
di Pisa e Camera di Commercio, garantire alle casse Comunali un gettito regolare ed
importante, risolvere contratti eccessivamente onerosi (rispetto all’effettivo vantaggio
garantito), mediare per risolvere, con i cantieri navali, situazioni complesse anche sotto il
profilo occupazionale e sociale, eseguire lavori di consolidamento spondale per decine di
milioni di euro, allacciare relazioni strategiche con i vertici (italiani e statunitensi) della Base
Nato di Camp Darby, creare contatti solidi, a livello nazionale, con le Federazioni a cui
fanno capo gli sport acquatici (che hanno trovato, sul Canale dei Navicelli un loro ideale
campo di allenamento e competizione), riportare a Pisa e, in particolare, sulla Darsena, gare
di importanza internazionale (con ricadute benefiche sull’intera Città e sull’indotto) e molto
altro ancora…
Spero, in ultimo, che alla luce di un attento esame delle video sequenze oggetto di
contestazione, l’Amministrazione, con senso di responsabilità, possa giungere a rivalutare la
reale dinamica della vicenda e riabilitare la figura di un Presidente che ha sempre agito
nell’interesse della Partecipata e della Città di Pisa mettendo la parola fine su di una
vicenda, in alcuni suoi passaggi, paradossale e per la quale mi riservo di valutare ogni più
opportuna azione a tutela della mia dignità e del mio decoro, sul piano personale e
professionale, ritenendo che gli stessi siano stati lesi dall’inaccettabile attribuzione, alla mia
persona, di parole, allusioni, critiche mai formulate né a me riferibili.


Avv. Massimo Nitto

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