Una panchina rossa, verniciata con cura, inaugurata sotto i riflettori per celebrare la lotta contro la violenza sulle donne. Un gesto simbolico, certo. Ma dietro quel colore acceso non si intravede alcuna traccia di politiche reali per la parità di genere. Il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord continua infatti a escludere le donne dai propri organi di governo, senza alcuna volontà – seppur non vincolata dalla normativa – di garantire una rappresentanza equilibrata.
La legge sui Consorzi di Bonifica non impone espressamente il rispetto delle quote di genere, è vero. Ma questo rende ancora più evidente la scelta culturale di chi guida l’ente: una direzione che preferisce il simbolo all’impegno, la foto all’inclusione, il gesto pubblico al cambiamento reale.
A questa mancanza di visione politica si aggiunge un altro segnale preoccupante: la gestione degli interventi infrastrutturali. Dopo un mio sollecito pubblico il Consorzio annunciava con urgenza il giorno successivo l’inizio dei lavori alla Fossa dell’Abate, uno dei punti più critici del reticolo idraulico tra Viareggio e il Comune limitrofo. Ma a due mesi di distanza, i lavori sono stati eseguiti male, per due volte infatti l’argine lato Viareggio è insufficiente a resistere in caso di aumento del flusso delle acque.
Incapaci di pianificare, inefficaci nell’esecuzione, lenti nel rispondere, frettolosi nel comunicare. Così non si tutela il territorio, e non si difende la sicurezza idraulica dei cittadini.
Il Consorzio di Bonifica amministra fondi pubblici ed è chiamato a un compito essenziale: prevenire il dissesto, mantenere la rete idraulica, garantire equilibrio ambientale. Non è un palcoscenico per operazioni di immagine.
Serve un cambio di rotta: nel metodo, nella composizione, nella cultura politica.
A partire da una cosa semplice: la coerenza.
Il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro