Una dura requisitoria contro l’amministrazione guidata dalla sindaca Simona Barsotti arriva dai banchi dell’opposizione. I consiglieri Pietro Bertolaccini, Marzia Lucchesi, Morelli e Cima non usano mezzi termini: «L’amministrazione dovrebbe dimettersi per il bene di tutta la comunità», accusando la maggioranza di aver fatto perdere credibilità al Comune attraverso una gestione definita «inadeguata» dei progetti strategici e delle risorse pubbliche.
PNRR: «Un’occasione storica sprecata»
Il primo capitolo dell’accusa riguarda la gestione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «L’amministrazione sta gravemente compromettendo l’efficacia e il potenziale del PNRR. Un’occasione storica che rischia di trasformarsi in un’enorme occasione mancata», dichiarano i consiglieri di opposizione.
Il caso simbolo è l’asilo nido di Piano di Mommio, finanziato con fondi PNRR e ancora fermo nonostante la scadenza prevista per agosto 2024. «Famiglie e bambini restano senza risposte per colpa dell’inadeguatezza amministrativa», attaccano Bertolaccini e Lucchesi, evidenziando come il ritardo si stia traducendo in un danno concreto per i cittadini.
Non meno critica la situazione della piscina comunale, «ancora chiusa e senza prospettive», secondo l’opposizione, che vede nell’accumularsi dei ritardi un segnale di incapacità gestionale dell’attuale maggioranza.
La questione delle deleghe ai lavori pubblici e l’instabilità della giunta
Particolarmente pungente l’attacco sulla gestione delle deleghe ai lavori pubblici e sull’instabilità che caratterizza l’amministrazione Barsotti. L’opposizione punta il dito contro «la perdita di due assessori ai lavori pubblici» e soprattutto contro la decisione della sindaca di revocare le deleghe all’architetto Michele Saglioni per affidarle alla segretaria comunale.
Ma il quadro di instabilità va ben oltre questo episodio: in tre anni di mandato, ben quattro assessori hanno lasciato la giunta, «chi volontariamente e chi meno», come sottolineano i consiglieri di opposizione. Non solo: si sono registrate dimissioni anche tra i sindaci revisori, e la giunta, secondo indiscrezioni, si accinge a sostituire un altro assessore.
«Una scelta incomprensibile e fortemente inopportuna», accusano i consiglieri, sottolineando come si sia preferito affidare le competenze tecniche a «una figura amministrativa priva di preparazione tecnica in materia di opere pubbliche» proprio «in un momento così delicato per il territorio, in piena attuazione dei progetti finanziati con i fondi del PNRR».
Secondo l’opposizione, questo valzer di nomine e dimissioni «dimostra una mancanza di idee e visione, compromettendo la credibilità del nostro comune» e rappresenta un ulteriore segnale della difficoltà dell’amministrazione nel garantire continuità e competenza nella gestione degli affari pubblici.
Banca Sistema: «Responsabilità politiche nascoste»
Sulla controversia con Banca Sistema, l’opposizione non risparmia critiche alla ricostruzione fornita dall’amministrazione. Mentre il Comune si difende attribuendo le responsabilità alle precedenti gestioni, Bertolaccini e Lucchesi ricordano come «la vicenda affonda le radici nella gestione della giunta Mungai, di cui Barsotti ha fatto parte per dieci anni. Facciamo notare che quelli condannati dalla corte dei Conti per colpa grave per non aver evitato il tracollo finanziario dell’Ente sono loro!».
Ci auguriamo per i cittadini che la somma richiesta on sia dovuta, ma la differenza tra il milione di euro richiesto dalla banca e i 260mila euro che l’amministrazione intende riconoscere viene definita «un rischio di danno erariale a carico dei cittadini».
Il caso della truffa informatica: 120mila euro di danno
A completare il quadro accusatorio, l’opposizione cita la recente sentenza del Tribunale di Lucca che ha condannato il Comune a pagare 120mila euro alla ditta Campana per lavori eseguiti presso la scuola di Quiesa. Il motivo: il Comune era caduto vittima di una truffa informatica, effettuando un pagamento su un IBAN errato.
«Il Comune dovrà sborsare nuovamente l’intera somma, con grave danno per le casse pubbliche. Ai 120.000 euro dovuti alla ditta, si sommano i 120.000 ero rubati e le spese legali. Un giohino che costerà alla cittadinanza 200.000 euro non dovuti», evidenziano i consiglieri, che vedono nell’episodio l’ennesima dimostrazione di una gestione poco attenta delle risorse pubbliche.
Del Soldato continua la sua narrazione
L’assessore Adolfo del Soldato continua a narrare una storia che alla quale ormai sembra credere solo lui. Mentre le richieste dei creditori continuano ad arrivare i concetti sono sempre gli stessi: “I conti sono in ordine, ci sono 8 milioni in cassa, stiamo risolvendo tutte le partite e per finire non può mancare un bel… è colpa di Coluccini”.
Dimentica però che nel frattempo c’è stata una condanna per colpa grave che ha colpito la sua amministrazione e non altre persone.
«Credibilità compromessa»
La conclusione dell’attacco dell’opposizione va oltre i singoli episodi e tocca la reputazione istituzionale dell’ente. «Ogni giorno parte un nuovo treno di inefficienza, che scarica ritardi, sprechi e figuracce sulle spalle dei cittadini», accusano Bertolaccini e Lucchesi.
«La cosa più grave è che questa amministrazione ha compromesso la reputazione del nostro Comune: Massarosa ha perso credibilità agli occhi degli enti sovracomunali, dei partner finanziatori e dei cittadini stessi», conclude la nota dell’opposizione, che definisce il danno «profondo» e «che va ben oltre il presente».
L’appello finale è per «un cambio immediato di rotta, prima che sia troppo tardi», con la richiesta esplicita di dimissioni dell’intera amministrazione per evitare ulteriori danni alla comunità massarosese ed evitare un altro tracollo.