“Sui diritti dei lavoratori siamo tornati indietro. Il livello di precarietà che si è determinato nel mondo del lavoro e il modo di fare impresa che si è consentito negli ultimi 20-30 anni è, di fatto, un arretramento”. Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, intervistato al Caffè della Versiliana a Marina di Pietrasanta.

“Si è affermata la logica del massimo ribasso, una cultura che ci ha fatto arretrare. Sicuramente – ha aggiunto Landini – è stata anche responsabilità del sindacato, che ha fatto fatica a capire i processi che sono cambiati. Ma la precarietà è stata fatta soprattutto attraverso le leggi: negli ultimi 25 anni gli ultimi Governi hanno pensato tutti che la precarietà era la condizione per far cresce tutti”. Poi Landini ha aggiunto: “La sinistra paga il prezzo maggiore, perché molte di queste leggi le hanno fatte proprio governi di centro sinistra”.

“Andando a lavorare ho imparato che avevo diritti. E ho potuto essere cittadino, dentro e fuori l’ambiente di lavoro. Oggi non è così: oggi il livello di sfruttamento è altissimo, al punto che tanti giovani vanno via dall’Italia o credono che non è con il lavoro che possono realizzarsi come persone”.