Era il 20 settembre 2020 quando i cittadini di Viareggio si recarono alle urne per eleggere il loro sindaco.
Giorgio Del Ghingaro, sostenuto da una coalizione di liste civiche e Partito Democratico, trionfò dando il via a quella che sarebbe diventata un’esperienza amministrativa destinata a durare oltre i canonici dieci anni. Oggi, a cinque anni esatti da quella tornata elettorale, quella che doveva essere la scadenza naturale del mandato si è trasformata in tempi supplementari a meno di sei mesi dalla presentazione ufficiale delle liste per le prossime amministrative.
La scadenza naturale
La scadenza naturale dei cinque anni cadeva il 20 settembre 2025. Ma una proroga concessa dal governo di centrodestra ha permesso agli oltre mille comuni andati al voto in quella tornata elettorale di beneficiare di una dilazione sui tempi della democrazia locale.
Le problematiche legate al Covid alla fine del primo mandato e il voluto riallineamento alla finestra elettorale che per legge deve essere compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno hanno fatto sì che Del Ghingaro rimanesse in carica per undici anni anziché dieci. Un unicum amministrativo che ha caratterizzato non solo Viareggio, ma l’intero panorama dei comuni italiani coinvolti in quella particolare congiuntura storica.
Un’amministrazione nata dal dissesto
L’esperienza amministrativa di Del Ghingaro era partita decisamente in salita. Il comune versava in una situazione di dissesto finanziario che sembrava compromettere qualsiasi prospettiva di sviluppo. Eppure, quello che inizialmente appariva come un ostacolo insormontabile si è trasformato nel primo banco di prova di un’amministrazione che ha dato molto a Viareggio, a partire proprio dal risanamento dei conti pubblici e dalla realizzazione di numerosi interventi in città.
Non mancano certamente le critiche, come è normale che sia in ogni esperienza amministrativa di lungo corso. Tuttavia, non si può certo tacciare questa amministrazione come immobile o priva di risultati concreti. I lavori realizzati e le trasformazioni urbane sono sotto gli occhi di tutti, così come il percorso di risanamento finanziario che ha riportato il comune su binari di sostenibilità.
Il risveglio della “bella addormentata”
Fino a qualche giorno fa, in molti avevano l’impressione che Viareggio vivesse in una sorta di bolla, come se la situazione politica locale non potesse essere intaccata da nulla. Una percezione di immutabilità che ricordava quella di una moderna bella addormentata.
Sono state le elezioni regionali della Toscana alle porte a destare la città da questo apparente torpore, facendo presagire che questa esperienza amministrativa – bella o brutta a seconda delle opinioni dei singoli – è ormai giunta ai titoli di coda.
Fra meno sei mesi dovranno essere consegnate le liste all’ufficio elettorale e la politica locale sembra finalmente cominciare a svegliarsi dal letargo. C’è chi sostiene che sia ancora presto per parlare di campagna elettorale e chi sembra non voler superare il “lutto” per la fine di un’era. Ma di fatto, con l’avvio della campagna elettorale per le regionali è iniziata anche quella per le comunali di Viareggio.
Il Patto per Viareggio tiene
Il Patto per Viareggio, la coalizione che sostiene l’attuale sindaco, ha retto e continuerà a reggere fino alla fine della legislatura, al di là di quello che qualcuno vuol far credere. A meno che non sia la stessa maggioranza che sostiene Del Ghingaro a dire che è finito, e questo – anche dalle recenti uscite sulla stampa – viene al momento categoricamente escluso.
Un patto che la stessa maggioranza contempla esclusivamente per la città e non per gli appuntamenti elettorali extracomunali. Durante le elezioni europee, provinciali e per gli enti di secondo livello, i membri della maggioranza sono rientrati nel loro alveo naturale, dimostrando che il civismo puro può esistere quando si tratta di governare la Civitas, ma i posizionamenti politici di ognuno non vengono intaccati dalle alleanze locali.
Ne sono esempio concreto le recenti tornate elettorali: per le elezioni europee un consigliere decise di candidarsi autonomamente, mentre per le elezioni provinciali sei voti della maggioranza di governo andarono al candidato versiliese di centrosinistra e oggi la candidatura di Zappelli nella lista civica del Presidente. Episodi che, lungi dal rappresentare delle crepe nella coalizione, confermano invece la natura peculiare di un’alleanza che funziona a livello comunale ma non obbliga i suoi componenti nelle altre competizioni elettorali.
La solidità della coalizione che ha governato la città per questi anni rappresenta uno degli elementi di continuità più significativi di questa esperienza amministrativa. Una coesione che ha permesso di portare avanti progetti e iniziative senza le fibrillazioni che spesso caratterizzano le amministrazioni locali.
Mentre Viareggio si avvia verso la chiusura di questo lungo capitolo politico-amministrativo, resta da capire quali saranno gli scenari che si apriranno nei prossimi mesi. Una cosa è certa: dopo undici anni di governo Del Ghingaro, la città si prepara a voltare pagina, con tutto il carico di aspettative e incertezze che ogni transizione politica porta con sé.
