Dalla Ciociaria al Carnevale di Viareggio

VIAREGGIO. “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni”, ci ricorda William Shakespeare ne La tempesta. E in effetti nella maschera isolata “Per una pensione completa onoranze funebri Fornero”, dedicata all’ex ministro del Governo Monti, non c’è solo cartapesta: c’è anche un sogno, quello del suo autore Pietro Pulcini, che è diventato realtà.

35 anni, sposato e padre di una bambina, Pietro non è viareggino. Anzi, vive a quasi 500 chilometri di distanza da una delle capitali mondiali del Carnevale. Precisamente a Pontecorvo, città di poco più di 13mila abitanti in provincia di Frosinone e sede, a sua volta, di un altro Carnevale (“Ha 64 anni di storia, è il più antico del centro-sud”). Da qui è partito per frequentare lo scorso autunno la scuola della cartapesta lanciata dalla Fondazione Carnevale e durata due mesi e mezzo.

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“Ogni sabato prendevo il treno a Roccasecca, arrivavo a Roma Termini e poi proseguivo per la Toscana: ho fatto più ore di viaggio che di corso…”, racconta Pietro sorridendo. “Solo per il corso avrò percorso qualcosa come 15mila chilometri. Ma ne è valsa la pena”. Pietro è tutt’altro che un novizio nel mondo del Carnevale: “Collaboro alla realizzazione dei carri a Pontecorvo da quando avevo 15-16 anni. Non sono grandi come quelli di Viareggio: li paragonerei alla seconda categoria. Però anche noi abbiamo una scuola di costruttori”.

Se al grande pubblico dei viali a mare Pietro è (ancora) sconosciuto, in Ciociaria è invece uno degli artisti più apprezzati: proprio quest’anno ha trionfato a Pontecorvo con il carro “Il mio mondo vive di sogni ma sta morendo di realtà”. E a proposito di sogni: Burlamacco ha realizzato proprio il suo. “Vengo a Viareggio da tanti anni e quando sono venuto a conoscenza della scuola della cartapesta ho presentato immediatamente domanda. E me l’hanno accettata”.

Ma il bello doveva ancora venire: “Ho frequentato il corso e grazie ai maestri Luca Bertozzi, Edoardo Ceragioli e Carlo Lombardi ho appreso tanti segreti. Poi, alla fine, ognuno di noi poteva presentare un bozzetto per il concorso delle maschere isolate: non pensavo che potessero accettarlo”. E invece… “Quando mi hanno telefonato per dirmi che avrei sfilato non potevo crederci: stavo realizzando un sogno”.

Intanto gli occhi color ghiaccio di Pietro si fanno lucidi. “Ma sì, quando ti senti qualcosa nel cuore è così…”. Certo, adesso che è in concorso a Viareggio si ritorna ai weekend da pendolare: “Ma non mi pesa affatto. Se uno mi chiedesse perché lo faccio gli direi che non è certo per soldi. Non ho vizi, non bevo, non fumo: ho solo la passione per il Carnevale”.

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