CAMAIORE, NIENTE TASSA DI SOGGIORNO

(foto Pomella)
(foto Pomella)

 CAMAIORE. “La tassa di soggiorno, nel Comune di Camaiore, non viene introdotta”.  A parlare è l’assessore al turismo Carlo Alberto Carrai. Una scelta opposta a quelle fatte dalle vicine Pietrasanta e Viareggio.

 “Questa – dice – è una precisa scelta della nostra amministrazione per dare un‘arma in più’ sotto il profilo dell’appetibilità turistica agli operatori del settore dell’accoglienza e dei servizi”.

“Il Comune, a fronte delle difficoltà del bilancio dell’anno in corso dovute ai tagli e alle imposizioni del Governo nazionale, è riuscito comunque a garantire tutti gli eventi di spettacolo e folklore in calendario sul territorio contenendo, al tempo stesso, le spese per le casse municipali attraverso una diminuzione dei contributi economici pubblici ottenuta con ricorso a sponsor privati, per mantenere lo stesso investimento complessivo”.

Questo modo di operare molto concreto – conclude l’Assessore Carrai – rientra nella strategia della Giunta di sostenere a 360° il turismo e il suo indotto”.

Nel frattempo le operazioni per tentare di ‘dare ossigeno’ alle finanze del Comune sono in pieno fermento: l’assessore al Bilancio Marcello Pierucci e il primo cittadino Alessandro Del Dotto hanno scritto e inviato una lettera urgente ai Presidenti di Anci nazionale e regionale e alla Conferenza delle Autonomie locali.

Alcuni Comuni hanno avuto, in base ai calcoli del Ministero, delle previsioni di gettito IMU inferiori a quanto effettivamente incassato, e quindi un taglio dei trasferimenti economici statali più basso rispetto al nostro – spiega Pierucci – A Camaiore i tagli sono stati più consistenti a causa di una previsione di entrate IMU esagerata: siamo stati ‘etichettati’ come comune interamente turistico mentre, chiaramente, il nostro territorio non può essere così considerato. Risulta dunque che a Camaiore sono stati riservati tagli ingiustificati e non conformi: questo significherebbe, se confermato, il rischio di dover rimborsare lo Stato di una cifra superiore a due milioni di euro, che potrebbe determinare il mancato rispetto del patto di stabilità. Stiamo quindi intraprendendo tutte le possibili iniziative e percorrendo strade istituzionali per ottenere, in base a quanto definito nel decreto Salva-Italia, la restituzione delle risorse per chi ha ricevuto un gettito minore rispetto alle stime del Ministero” conclude l’assessore al Bilancio.

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