(foto Galatea Versilia)
(foto Galatea Versilia)

Qualche settimana fa ho partecipato ad una interessantissima conferenza a Palazzo Mediceo (Seravezza) riguardante le ferriere versiliesi della Magona Medicea.

La Versilia deve molto alle miniere e alle ferriere attive un tempo sul suo territorio e, in molti casi, la toponomastica ricorda la presenza di antichi impianti (Gallena, Argentiera…)

Alcune miniere erano conosciute sin dall’antichità, ma è con Cosimo I che inizia un vero e proprio commercio: nel 1543 vince infatti l’appalto delle cave di ferro all’Elba fino ad ottenere il monopolio del ferro in Toscana. Nel 1565 decide di costruire Palazzo Mediceo per controllare gli affari legati alle cave e alle miniere.

Le miniere versiliesi sono ormai inattive e le ferriere sono per lo più chiuse e abbandonate. E’ un vero peccato perché per valorizzare correttamente un territorio è necessario conoscerne la storia in tutti gli aspetti.

In molti non sanno che a Seravezza è ancora visibile qualche traccia dell’antica ferriera che sorgeva accanto Palazzo Mediceo. Lo stabile, che dal 2002 ospita lo studio di scultura ARTCO srl e la fondazione ARKAD  (centro interculturale che promuove la cultura e la formazione professionale senza fini di lucro) ingloba, infatti, alcune mura della vecchia ferriera e le antiche vasche usate per l’allevamento delle trote al tempo dei Medici.

Nicolas Bertoux, scultore e proprietario dell’immobile, ha condotto i partecipanti nel seminterrato che si sviluppa lungo il fiume lasciando letteralmente a bocca aperta i visitatori. La galleria espositiva è infatti un ambiente molto affascinante e di grande impatto visivo. La lunetta di Giusto Utens mostra la zona medicea nel

(foto Galatea Versilia)
(foto Galatea Versilia)

Seicento: un occhio attento può scorgere le antiche vasche della peschiera sul luogo oggi occupato dall’edificio. All’interno sono in parte conservate antiche attrezzature e le antiche gore e le turbine idrauliche potrebbero essere riattivate per la produzione di elettricità!

Dopo la realizzazione della strada (1715) e la possibilità di utilizzare il legname proveniente dal vicino Monte Costa nasce l’idea della ferriera che inizia l’attività nel 1790. Due anni dopo Palazzo Mediceo diventa la sede amministrativa della Magona e il magazzino del ferro e del ferraccio viene collocato nelle sale oggi occupate dalla Biblioteca Sirio Giannini.

Nel 1836 Leopoldo II lascia le ferriere del granducato: i fabbricati vengono venduti e molti cambiano destinazione d’uso. Nel 1847 l’imprenditore William Walton, proprietario delle cave attive sul Monte Costa, trasforma la ferriera in segheria. Seguono poi diversi passaggi di proprietà: i Dalgas, i Robson e i Pellerano, costretti a chiudere l’attività nel 1996 a causa dei gravi danni riportati dall’alluvione.

La società ARTCO rivaluta il sito nel 1999 e grazie all’attenzione della Fondazione ARKAD, di Nicolas Bertoux e Cinthia Sah l’edificio vive tutt’ora ospitando un’importante laboratorio di scultura. E’ una vera fortuna che i proprietari attuali  siano attenti alla storia di un edificio così importante per Seravezza, e purtroppo ai più sconosciuto.

Se volete visitarlo vi consiglio di contattare la segreteria: Fondazione ARKAD – via del Palazzo, 417 55047 Seravezza LU tel. +39 0584 75 70 34 www.arkad.it

Stefania Neri di Galatea Versilia

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