VERSILIA. A commentare la notizia dell’avvio della trattativa per la questione del marmo con l’organo regionale è la Fillea Cgil.

“Ci rammarica – scrive il segretario Versiliese Leonardo Quadrelli – che arriva forse tardi. In 10 anni si sono persi 700 posti di lavoro in provincia, il 35% della forza lavoro. Il 2012 è iniziato sotto i peggiori auspici. Le circa 150 aziende della trasformazione fanno un ricorso massiccio all’uso di ammortizzatori sociali, abbiamo contrattato tutte le casse integrazioni possibili ordinarie, deroga straordinarie fino all’ammortizzatore, per me migliore, il Contratto di Solidarietà. Inoltre parecchie società del lapideo sono in ritardo con il pagamento degli stipendi, dei fornitori e dei contributi agli istituti competenti”.

“Sostengo che siamo in forte ritardo. La colpa – aggiunge Quadrelli – è certamente imputabile al distretto lapideo interprovinciale (MS-LU) ormai decotto. Questo era il soggetto migliore per chiedere alla Regione queste politiche. Ma all’interno tra i soggetti coinvolti c’era guerra tra chi vedeva il futuro del settore nella regolamentazione dell’estrazione al servizio della lavorazione e dell’occupazione, e chi voleva l’estrazione del marmo con una politica “liberista” lasciato al libero mercato.

“Adesso c’è il tavolo è necessario accelerare. E’ per questo che in occasione della nostra assemblea generale di settore – martedì 21 febbraio alle 14,45 al S.Agostinio a Pietrasanta – nella quale abbiamo convocato i lavoratori del lapideo chiediamo a i sindaci della Versilia di spiegarci la loro proposta.

“Condivido i titoli delle proposte dei sindaci della Versilia Storica presentate alla Regione: valorizzazione del lapideo versiliese, incentivazione della filiera. Questi desiderata sono tutti apprezzati dalla Fillea/Cgil.

“E’ necessario però svilupparli nel dettaglio, che per noi non può prescindere da un obiettivo che è aumento dell’occupazione. Questo incremento si ottiene, anche e soprattutto, attraverso una regolamentazione dell’estrazione dei blocchi misurandone la loro tracciabilità sul mercato. E’ necessario quindi che una percentuale dei blocchi estratti sia lavorata obbligatoriamente sul territorio, e magari con tutto quanto prodotto (lastre rivestimenti, arredi ecc.ecc.) sia venduto con un marchio specifico di alta qualità.

“Adesso sbrighiamoci o il settore della trasformazione muore. A quel punto quanto rimarrà giusto continuare a distruggere le nostre montagne per fare lavorare solo poche persone? Consentendo guadagni spaventosi a stranieri “trafficanti” di blocchi che rivendono la nostra materia prima ai paesi emergenti con plusvalenze eccezionali. (P.S.: gli addetti dicono che gira tanto tanto nero). Mentre in Italia la disoccupazione dilaga e la povertà aumenta.

“L’inerzia, come quella del distretto lapideo, in momenti così delicati per la crisi è la peggiore cosa da fare. Pertanto adesso che abbiamo aperto un tavolo con gli assessori regionali Simoncini e Ceccobao dobbiamo giocarcelo bene.

“Noi quindi proponiamo alle istituzioni locali, agli imprenditori industriali, artigiani e alle cooperative un patto sociale.

“Incontriamoci tutti al più presto e prepariamo una piattaforma comune condivisa per il lapideo versiliese presentandoci uniti e forti alla Regione Toscana. Credo che abbiamo tutte le capacità di far bene.

“Non c’è futuro senza lavoro. Non passa la crisi senza una nuova politica del Marmo”.

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ultimo aggiornamento: 18-02-2012


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