FIRENZE. Graduale estensione, nei prossimi tre anni, a tutto il territorio regionale del progetto RISC-Rischio per l’infanzia e soluzioni per contrastarlo.

L’obiettivo è contenere i casi di allontanamento di bambini e ragazzi dalle proprie famiglie e adottare iniziative a sostegno dei genitori in difficoltà, per aiutarli a maturare relazioni adeguate e significative con i propri figli. La
giunta regionale ha approvato una delibera che prevede lo stanziamento di oltre 150 mila euro per il triennio 2012-2014.

L’atto contiene delle linee di intervento che riconoscono l’importanza di un’azione preventiva su quei nuclei familiari che presentano fattori di rischio per la crescita e lo sviluppo di bambini e ragazzi.

“Anche in campo sociale – ha commentato l’assessore al welfare Salvatore Allocca – come avviene in sanità possiamo
dotarci di metodologie e strumenti per misurare il raggiungimento del grado di soddisfazione dei bisogni.

“È arrivato il momento in cui le politiche di welfare valorizzino il patrimonio di conoscenze e competenze maturato dagli operatori dei servizi pubblici, che ogni giorno sono chiamati ad intercettare e valutare i bisogni e le
possibili risposte attivabili, attività spesso complessa e delicata.

“Il fatto poi – ha concluso – che questo si possa realizzare partendo dai diritti delle persone più ‘invisibili’, quali rischiano di essere i bambini all’interno di contesti familiari sempre più rarefatti e problematici, ci consente di agire prima che diventino necessari interventi più pesanti di tutela.”

RISC è un percorso di ricerca-azione avviato nel 2009 dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali (che ne ha affidato progettazione e gestione alla Fondazione Zancan di Padova) per individuare soluzioni che garantiscano una più efficace tutela di bambini e ragazzi che vivono situazioni di rischio e grave disagio, prevenirne l’allontanamento familiare e rafforzare o recuperare, ove possibile, le competenze genitoriali.

Per far questo il progetto prevede la sperimentazione, da parte dei servizi sociali e socio-sanitari, di un protocollo metodologico per la presa in carico e la verifica degli esiti.

La Toscana, che ha aderito al progetto nel 2011 insieme ad altre 5 regioni (Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto), sta effettuando la sperimentazione attraverso l’attiva collaborazione dei servizi sociali e socio sanitari di sei realtà territoriali: Società della Salute Valdarno Inferiore, Fiorentina Sud Est, Alta Val d’Elsa,
Mugello, Pisana e Comune di Firenze.

Elemento qualificante del progetto è la metodologia: assistenti sociali e altri professionisti che operano nel campo delle tutele dei diritti dei minori potranno contare su un concreto strumento per valutare l’efficacia degli interventi programmati ed attivati.

Gli operatori dei servizi coinvolti nella sperimentazione vengono seguiti e supportati da esperti della Fondazione Zancan la quale mette anche a disposizione, oltre al protocollo metodologico, un software realizzato per gestire la presa in carico e valutarne l’esito.

Il modello si struttura secondo le seguenti fasi: raccolta della domanda (proveniente dalla persona e/o dalla sua famiglia), analisi della situazione del bambino/ragazzo e della famiglia (vengono approfonditi problemi, fattori di rischio, capacità e potenzialità), definizione dei problemi sui quali intervenire, predisposizione del progetto
personalizzato e del piano operativo, verifica e valutazione dell’efficacia.

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