VIAREGGIO. “Si può percepire una pensione, o meglio, un assegno integrativo di 39 euro al mese come corrispettivo per tre anni di guerra e due anni di prigionia in Germania? Non si può, o meglio non si dovrebbe, ma è quello che accade a Settimio Tassoni, classe 1921, già deportato in Germania dal 1943 al 1945 come ‘schiavo di Hitler’.” Lo rendo noto l’amministrazione comunale di Viareggio in un comunicato stampa.

Il caso del signor Settimio, che oggi vive in una residenza sanitaria assistita con una pensione minima da commerciante – poco più di 500 euro al mese, cui si aggiungono i 39 euro di indennità per la guerra e la prigionia -, è stato sottoposto al sindaco di Viareggio Luca Lunardini durante le iniziative odierne riservate alle scuole di Torre del Lago per ricordare la Liberazione.

“Il suo caso mi ha colpito – dice Lunardini – e merita attenzione, se non si vuole ridurre l’anniversario del 25 aprile a un ripetitivo cerimoniale.”

Tassoni, preso prigioniero a Fiume all’indomani dell’armistizio, dopo tre anni di servizio militare di guerra al confine con la Jugoslavia, fu deportato in un campo di lavoro a nord di Essen, adibito alla fabbricazione di cannoni.

“Mi fu chiesto di aderire alla Repubblica Sociale, ma rifiutai – racconta – e con me molti dei miei compagni di sventura.” Osserva Lunardini: “Così, in seguito al rifiuto di aderire alla Rsi, Settimio fece due anni di lavori forzati, e ne uscì in condizioni estreme solo nel 1945. Per tutto questo, lo Stato gli riconosce 39 euro: mi sembra a dir poco inadeguato.”

In occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio del 2011 è arrivato un riconoscimento che ha ulteriormente sottolineato l’ingiustizia della sua condizione. Settimio Tassoni, che ha raccontato la sua vicenda nel libro di memorie “Cinquemilaottocento passi. Storie di vita, di guerra e di prigionia” (edizioni Del Bucchia) viene convocato al Quirinale per ricevere una medaglia d’oro.

“Eravamo in 42 – racconta – e io ero l’unico ad essere stato internato in un campo per prigionieri militari. Tutti gli altri erano stati in campi per civili, e tutti hanno ricevuto un vitalizio dignitoso. Tutti, tranne me. Ho percepito un senso di acuta ingiustizia.”

“L’ingiustizia è palese, mi pare – osserva il sindaco Lunardini – tanto che il caso di Tassoni è stato già segnalato alla Presidenza della Repubblica dagli studenti del Liceo Tecnologico ‘Galilei’, rimasti colpiti dalla sua vicenda.”

“Anche il sindaco scriverà a Napolitano, sottoponendo al Presidente della Repubblica un caso che, nonostante le note difficoltà delle finanze pubbliche, meriterebbe un trattamento più equo”, conclude la nota del Comune.

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