VIAREGGIO. L’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni, si schiera al fianco dei balneari italiani contro le aste delle concessioni demaniali. Lo rende noto il sindaco di Viareggio Luca Lunardini, nella sua qualità di vice presidente regionale Anci.

“Nell’ultima sua riunione – riferisce Lunardini – il Comitato Direttivo dell’Anci ha deliberato di richiedere al Governo il proprio intervento urgente teso a prevedere la proroga delle concessioni del demanio marittimo oltre il termine del 31 dicembre 2015 e ad intraprendere le iniziative nei confronti dell’Unione europea per escludere le concessioni balneari dalla disciplina della ‘Direttiva Servizi’ (cosiddetta Bolkestein).

“La presidenza nazionale Anci è inoltre impegnata a raggiungere questi obiettivi anche in sede di Unione europea.”

Cosa importante, l’Anci ha riconosciuto che la proroga delle concessioni a fine 2015, se ha permesso di chiudere la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, non ha risolto il problema. La direttiva europea infatti non tiene conto dei caratteri specifici dell’economia turistico-balneare italiana.

“L’Anci è sicura – spiega Lunardini – che la cessazione delle attuali concessioni provocherebbe un serio pregiudizio dei livelli occupazionali locali e stagionali. La scelta del concessionario, sempre secondo l’Associazione dei Comuni, deve essere legata non solo a criteri meramente economici, ma altresì a valutazioni in ordine alla professionalità acquisita dal concessionario stesso nel settore balneare.

“Ciò, inoltre, favorisce progetti finalizzati alla salvaguardia e alla promozione del patrimonio culturale tradizionale del Comune nel cui territorio ricade la concessione in modo da consolidare il legame esistente tra gli operatori economici e l’area geografica in cui gli stessi operano.”

Altri punti qualificanti della presa di posizione dell’Anci riguardano la specificità del settore turistico-balneare italiano, non presa in adeguata considerazione dalla normativa europea.

Infatti per l’Anci le concessioni demaniali marittime italiane rientrano in quelle di beni e non di servizio: le imprese balneari del nostro paese operano in sintonia con l’identità culturale e lo stile di accoglienza del territorio.

Gli operatori balneari italiani svolgono, inoltre, funzioni di carattere pubblico, come la salvaguardia della pubblica incolumità, la cura dell’igiene e della sanità pubblica, la tutela e monitoraggio dell’ambiente costiero e la conservazione del bene pubblico concesso che non rientrano nel campo di applicazione delle disposizioni relative al principio di “libertà di stabilimento”.

“Insomma – conclude Lunardini – una posizione che ci soddisfa, perché accoglie largamente la visione non solo delle Associazioni balneari, ma anche di moltissime amministrazioni pubbliche, a cominciare da quella viareggina.”

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ultimo aggiornamento: 29-04-2012


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