VIAREGGIO. I sindacati avrebbero negato a Riccardo Antonini, il ferroviere viareggino licenziato da Trenitalia per essersi schierato al fianco dei familiari delle vittime del disastro ferroviario del 29 giugno, di poter tenere un discorso pubblico a Stiava, in occasione della festa del Primo Maggio: a raccontarlo è Daniela Rombi, presidente dell’associazione onlus “Il mondo che vorrei” e madre di Emanuela Menichetti, una delle vittime della strage.

“Per il Primo Maggio, assieme ad Assemblea 29 giugno, abbiamo deciso di essere presenti alle iniziative di Seravezza e Stiava, come negli anni passat”, racconta Rombi. “Per nostra sollecitazione, la sera prima, ci è stata data la possibilità di prendere la parola per spiegare succintamente le iniziative e l’iter processuale della strage di Viareggio.

“A Seravezza ha parlato per alcuni minuti Claudio (Menichetti, ndr), a Stiava avrei dovuto parlare io. Ho chiesto se poteva salire sul palco anche Riccardo (Antonini, ndr) per spiegare la sua situazione, il suo licenziamento in quanto conseguenza della mobilitazione per la verità, la giustizia, la sicurezza.

“Era il giorno di Riccardo, come di tutti quei lavoratori che subiscono questi ricatti.

“Questa richiesta ci è stata negata dai rappresentanti sindacali promotori del Primo Maggio con una motivazione a dir poco insolita e ridicola: “l’intervento di Riccardo avrebbe diviso la piazza…”.

Rombi assicura che l’intervento non sarebbe durato più di “tre minuti”: Antonini sarebbe salito sul palco per dire che “l’articolo 18 è una tutela che dobbiamo assolutamente difendere” ed informare la platea che “l’udienza del suo licenziamento si terrà al Tribunale del lavoro di Lucca il 5 luglio prossimo” e che “sono in programma appuntamenti fino al 29 giugno 2012, giorno della manifestazione-fiaccolata in occasione del terzo anniversario della strage: i familiari di altre immani tragedie hanno dato vita al Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per sviluppare e rafforzare la solidarietà e l’unità affinché simili stragi non siano dimenticate, non rimangano impunite e non abbiano a ripetersi”.

“Queste considerazioni e informazioni avrebbero spaccato la piazza?”, si domanda Rombi. “Ma vogliamo scherzare?!?

“In piazza non abbiamo fatto alcuna polemica. Pensiamo, però, che sia giusto informare di questo fatto, che riteniamo molto grave e vergognoso, auspicando che non si ripeta.

“Consideriamo questa censura una grave caduta di stile offensiva nei confronti di noi familiari che sosteniamo la reintegrazione di Riccardo, oltre che nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che i sindacati dovrebbero rappresentare e rispettare.”

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