(foto Marco Pomella)
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CAMAIORE. Che ora abbia fatto ieri notte è difficile dirlo. Chi lo conosce bene racconta che sia sia addormentato sul divano, assieme a due amici, quando la stanchezza ha preso il sopravvento sull’adrenalina e l’euforia. Un risultato del genere, Alessandro Del Dotto, non se lo aspettava. Per un po’ ha forse anche pensato di potercela fare al primo turno. Ma quel 48% abbondante di preferenze sono comunque un risultato al di sopra delle più rosee aspettative per il giovane candidato del centrosinistra.

Lunedì Del Dotto ha seguito la prima parte dello scrutinio da casa sua, assieme ad alcuni fedelissimi e al suo staff. Poi, a metà pomeriggio, quando era già chiaro che, comunque sarebbe andato il resto dello scrutinio, era lui ad essere in testa, è arrivato in via di Mezzo, nella sua sede elettorale, accolto da cori e abbracci dei suoi sostenitori, numerosissimi dentro e fuori la sede. Qualche primo brindisi, i primi complimenti. E poi l’attenzione agli ultimi voti, fino alle tre del mattino.

(foto Marco Pomella)
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Subito dopo il dato definitivo Del Dotto è andato a casa, in compagnia di due amici. “Mi aspettava a casa la seconda parte della festa – dice Del Dotto – con panzanelle e tordelli. Non me l’aspettavo un risultato del genere. In particolare mi ha sorpreso la risposta ottenuta a Capezzano e in collina, ma in generale l’amore che Camaiore mi ha mostrato. In centro, del resto, conosco tutti da anni, e tutti sanno chi sono”.

Stamani parlare al cellulare di Del Dotto è stato complicato. “Ho il telefono che scotta. Mi hanno chiamato vertici del partito per farmi i complimenti. Ma anche esponenti di spicco del centrodestra versiliese. Ma ora non c’è da crogiolarsi. C’è da ripartire, da galoppare. Tra oggi e domani ho già una infinità di incontri con i cittadini, con la coalizione, con i partiti e col mio staff. Con la coalizione decideremo come andare avanti, ma le idee sono già ben chiare. Del resto è il nostro progetto, il nostro programma, che parla da solo”.

(foto Marco Pomella)
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Ipotesi apparentamento, visto che alcuni dei candidati sindaco sconfitti (vedi Gemignani e Pezzini) si sono già detti disponibili al confronto? “Il nostro sarà un dialogo aperto a 360 gradi, senza preclusioni. Ma con noi si parla di progetti e contenuti, non di posti e poltrone. Non voglio una vittoria fine a se stessa. Voglio una vittoria che mi permetta di governare e portare a compimento il nostro programma”.

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