CAMAIORE. “È con piacere che leggo l’intervento del candidato sindaco Alessandro Del Dotto sull’Imu. Parla già da sindaco e forse  ciò è prematuro, ma la sua presa di posizione è giustissima e mi associo”. Lo scrive uno dei candidati al consiglio per la lista Pezzini, Luisella Audero (Pli).

“Se, come sottolinea l’Unione Europea – scrive Audero – il 58% dei nuovi posti di lavoro è creato dalle imprese con meno di 10 addetti, e se, come risulta dai dati Istat, il 60% dei giovani italiani neoassunti nel 2011 è stato ‘assorbito’ dalle micro imprese con meno di 15 addetti, è chiaro che il Governo non può non intervenire abbassando il carico fiscale sulle imprese e in generale sul mondo del lavoro, altrimenti sarà difficile far ripartire l’economia di questo Paese.

“Quindi va da sè che è necessario sostenere l’attività alberghiera e tutto l’indotto, come l’attività floricola e agricola, ma anche l’edilizia. C’è – è vero – bisogno di innovazione – ma nel brevissimo tempo è necessario che un imprenditore che ha alcuni ettari di serre non debba pagare 15mila euro di Imu.

“La lotta all’Imu – intesa non come tassa locale, ma tassa nazionale – è inaccettabile. Bene aveva fatto Berlusconi a toglierla dalla prima casa e bene farebbe Napolitano a suggerire al suo algido delfino Monti di ripensarla, soprattutto perché, in alcuni casi, e qui ha ragione Del Dotto, significherà la chiusura dell’impresa.

“La nostra realtà locale non è certo quella di Fiat, Pirelli o Finmeccanica. Ed è un dispiacere vedere tanti fondi commerciali e artigianali col cartello vendesi. Qui davvero stiamo svendendo il nostro patrimonio di cultura imprenditoriale e a ottobre, con l’aumento di due punti percentuali dell’iva avremo il colpo finale. Crediamo che questa tassa andrebbe dimezzata e portata a due sole aliquote: 4% e 10%: solo così si potrà davvero esercitare una vera e seria lotta all’evasione fiscale.

E a livello locale è altresì necessario intraprendere azioni – con le associazioni di categoria – affinchè commercianti e artigiani non finiscano nelle mani degli strozzini sperando di risollevare le sorti delle proprie imprese.

L’usura è un male antico che da sempre accompagna la storia dell’uomo. Alla base di un rapporto usuraio c’è, da una parte,  la necessità di denaro e, dall’altra, un’offerta che  può apparire come un’immediata possibile soluzione per chi si trova in difficoltà. In questi momenti di difficoltà la disperazione spesso fa compiere azioni al di fuori della legge. Le banche – e in questo sta il compito degli enti locali – devono trovare il modo di finanziare coloro che con poche migliaia di euro possono salvare la propria azienda. Nessun imprenditore lavora per chiudere o licenziare i propri dipendenti. Nessun imprenditore lavora per fallire e quindi è necessario, prima che questa ondata di suicidi  coinvolga a travolga anche Camaiore e la Versilia, che il futuro sindaco, anche in sinergia con gli altri sindaci della costa, si impegni a fondo per combattere questa piaga che mina dall’interno il tessuto sociale, oltre che quello economico. E’ necessario istituire un fondo unico a cui possano attingere tutti gli artigiani e imprenditori dei sette comuni della Versilia”.

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