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AZZANO. “In seguito alla chiusura della Pieve di San Martino, da parte della curia arcivescovile di Pisa, per inagibilità la nostra associazione esprime preoccupazione, dispiacere, costernazione, sdegno.” Questi i sentimenti espressi da Pietro Tonacci della Pubblica Assistenza di Azzano in una lettera indirizzata ai sindaci della Versilia e, soprattutto, al ministero per i beni e le attività culturali e alla presidenza della Repubblica, del Senato e della Camera.

L’avviso affisso al portone della chiesa recita: “La Pieve della Cappella è chiusa perché ritenuta inagibile a causa di un dissesto geologico che ne ha compromesso la stabilità ed ha aumentato l’ampiezza delle fessure già presenti sulla costruzione.

“Si può presumere che la volta sia prossima al suo stato ultimo di rottura, fragile per tensioni di compressione. Ciò significa che potrebbe crollare improvvisamente senza segni premonitori anche senza il collasso delle catene.

“La rottura di una seconda catena potrebbe innescare un meccanismo di rottura a cascata con un presumibile crollo della navata centrale.” La notizia ha suscitato interesse da parte dei media locali e nazionali.

“Per noi abitanti della montagna questa chiesa è un punto di riferimento”, scrive Tonacci. “Tutta la nostra storia è
passata da lì: matrimoni, nascite, feste, lutti, senza contare, al di là delle credenze religiose, il valore artistico che racchiude – basta citare il rosone attribuito a Michelangelo -, l’ambiente naturalistico e il
contesto archeo-minerario in cui è inserita.

“Non desideriamo addentrarci nei meandri delle cause, delle scelte operate, delle progettazioni effettuate, delle pratiche, dei contributi; prendiamo solo atto che il fatto è grave, gravissimo per i nostri paesi, per la comunità tutta, per la Versilia e oltre.

“Siamo da poco reduci da un’altra chiusura sul territorio, quella dell’unica scuola primaria della montagna e assistiamo ad un analogo caso eclatante: l’edificio dell’ex asilo Cidonio, costruito nel 1959 dalla società Henraux per le famiglie dei cavatori, presenta incertezze sulla proprietà, la destinazione, le gestione e temiamo la depauperazione graduale del territorio.

“Noi lavoriamo affinché i nostri paesi continuino ad essere vivi, a mantenere le loro peculiarità, le loro tradizioni, la loro cultura e le loro vocazioni.

“La nostra associazione, già in passato promotrice di azioni di sensibilizzazione al risanamento della Pieve che mai aono andate a buon fine, si rivolge alle associazioni del territorio, alle istituzioni religiose e laiche locali, nazionali e internazionali e a tutti coloro che amano la Cappella affinché in tempi brevi si possa procedere a far risorgere questo bene prezioso e unico, patrimonio umano, cristiano, artistico e paesaggistico.”

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