VERSILIA. Sono ormai 4 mesi e mezzo che è avvenuto il disastro della perdita di bidoni tossici da parte della nave cargo Venezia di Grimaldi, e oltre 2 mesi dal loro ritrovamento sul fondo del mare vicino a Gorgona, ma ancora non si muove niente sul fronte del recupero dei bidoni, con il rischio concreto  della loro apertura e della dispersione in mare delle sostanze contenute.

Sulla questione sono intervenuti la senatrice Pd Manuela Granaiola e il segretario versiliese Pd Alberto Cosetti:

“Come purtroppo ancora troppo spesso accade nel nostro paese, invece di  imporre immediatamente alla Grimaldi l’avvio di una rapida ed efficace azione di recupero dei bidoni caduti in mare dall’eurocargo “Venezia” il 17 dicembre 2011, le cose si sono dilungate.  Temiamo che – nonostante le molte segnalazioni, le precedenti denunce di pericolo per i possibili danni ambientali e le proteste dei pescatori per i possibili danni  alla locale economia del mare – il fatto sia stato  inizialmente sottovalutato dalle “troppe” autorità competenti coinvolte. Pur avendo presente le complessità di un’operazione di recupero di quella portata occorre prendere atto per il futuro che troppe e varie lungaggini amministrative e burocratiche hanno permesso alla Grimaldi di rinviare oltremodo l’avvio delle operazioni di recupero. Nel frattempo i moti marini hanno disperso parte del carico ed ad oggi mancano ancora oltre 80 bidoni da individuare e recuperare.

“Tanto tonò che piovve”. Ieri un peschereccio viareggino ha trovato nella propria rete e riportato in porto uno dei fusti contenenti materiale tossico caduti nel mare di Livorno dall’eurocargo “Venezia”. Per asportare il bidone in sicurezza sono dovuti intervenire i carabinieri ed i vigili del fuoco. Se identificare il luogo del ritrovamento può essere utile ad individuare gli altri bidoni tuttavia il fatto conferma il quadro di accresciuta difficoltà e di concreto danno provocato dal ritardo dell’inizio delle operazioni di recupero. Ad oggi la Grimaldi non ha ancora spiegato se e come cercherà di individuare i fusti ancora dispersi. E’ evidente che la vicenda è stata largamente sottovalutata; è stato considerato ordinario un intervento che invece doveva essere da subito considerato straordinario.

Occorre riprendere immediatamente le ricerche dei fusti ancora dispersi  facendo intervenire anche la Marina Militare che dispone di adeguati mezzi tecnici utili al rinvenimento dei fusti. Intervento che ovviamente dovrà essere coperto finanziariamente dalla Grimaldi come unica responsabile del fatto. Deve essere chiaro a tutti che in Italia è definitivamente e tombalmente conclusa la logica dei profitti privati e e delle pubbliche perdite!.

Oggi prendiamo atto che la dispersione dei bidoni prima, e poi i ritardi  hanno generato un danno ambientale, hanno già danneggiato l’economia del mare e gettano una qualche ombra sull’immagine del turismo locale. Il Mediterraneo, la sua fauna e la sua economia hanno pagato e stanno pagando oltre misura l’insufficienza dell’attuale sistema di controlli e sicurezza; situazione che potrebbe favorire la diffusione di ulteriori comportamenti dannosi per l’ambiente. Dobbiamo prendere atto che la vicenda è stata fino ad oggi affrontata con ingiustificabile lentezza. E’ l’ora di assumerne adeguate iniziative sia sul piano normativo che procedurale per evitare il ripetersi di fatti del genere; ma intanto bisogna assolutamente impedire che siano interrotte le operazioni di recupero dei bidoni mancanti riprendendo con nuovo slancio le ricerche. Siamo intervenuti  ripetutamente sollecitando le autorità ed i ministri dell’ambiente e delle politiche agricole affinché siano avviati interventi urgenti per il recupero e misure compensative per limitare le conseguenze negative subite dal settore della pesca che ha visto crollare paurosamente il  mercato del pescato”.

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