VERSILIA. I comitati contro inceneritori e discariche e per rifiuti zero delle Province di Massa Carrara,  Lucca, Pisa e Livorno respingono con forza l’ultima bozza del Piano Interprovinciale di gestione dei rifiuti dell’ATO Toscana Costa.

“L’ennesimo tentativo di “maquillage” (siamo già al numero 6) non riesce a mascherare la  sostanza del Piano che rimane quella di giustificare con numeri impresentabili la scelta di  sottomettere la gestione dei rifiuti urbani, negli anni a venire, alla ingombrante e nociva  presenza, a Livorno o dove altro sia, di un enorme impianto di incenerimento, forma di  smaltimento dei rifiuti che la normativa comunitaria, nei suoi ultimi aggiornamenti, sta  relegando sempre più a tecnologia del secolo passato.

Continuano a rimanere ancora impresentabili le già criticate stime di crescita dei rifiuti ( + 1,1  % annuo) a fronte di una generale tendenza alla diminuzione, ormai consolidata da anni,  effetto non solo della crisi, ma anche effetto secondario dell’aumento della raccolta  differenziata. Nella bozza di piano interprovinciale manca qualsiasi accenno ad investimenti e ad un piano di comunicazione e di educazione ambientale indispensabili per la prevenzione e  la riduzione della produzione dei rifiuti, per migliorarne sia la gestione, che lo smaltimento.

Completamente indecente rimane, tal quale a prima nonostante lo sconcerto espresso da più  parti, la previsione delle percentuali di raccolta differenziata a cui far riferimento nel  conteggio, nei prossimi anni: l’obbligo normativo del raggiungimento del 65 % alla fine del  2012 viene completamente ignorato dando già per scontato che non venga raggiunto, in  alcuni casi facendolo slittare fino al 2020 e tacendo sul fatto che tale illegalità verrà pagata da  tutti con sanzioni che potrebbero ammontare, alla fine del ciclo, alla incredibile somma di 100  milioni.

Odioso è che ci si ricordi del dettato normativo solo in relazione alla limitazione del ricorso  alla discariche, quale giustificazione per la realizzazione di impianti di incenerimento, quando  invece l’inceneritore non può esistere senza discarica per lo smaltimento delle scorie di  combustione, ed ancor più odioso e mistificante risulta per l’esperienza dei comitati delle  varie Province che si sono trovati nell’ultimo anno a fronteggiare richieste di autorizzazione  di ampliamento delle discariche esistenti e di riattivazione di quelle chiuse da tempo, tutte  accettate (Peccioli, Gello di Pontedera, Cascina)”.

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