(foto Andrea Zani)
(foto Andrea Zani)

VIAREGGIO. C’erano – e ci sono ancora – quelle scolastiche, temutissime, che potevano decidere la nostra estate nel bene (spensierate vacanze) o nel male (tre mesi da trascorrere sui libri). C’erano quelle, nell’ambito del giornalismo sportivo, di Gianni Brera, che concludeva ogni suo giudizio sul singolo calciatore con “gli darei” e “gli va assegnato un”. Adesso ci sono anche le pagelle sull’operato dell’amministrazione comunale, nella fattispecie quella viareggina: a dare i voti è il Movimento 5 Stelle, che spiega così le ragioni di questa singolare iniziativa.

“Ci eravamo riproposti di redigere una valutazione dell’amministrazione alla scadenza naturale del mandato: le pagelle apprezzate da molti, temute da altri e invise a tanti.

“Visto però che il termine si è anticipato e che a breve si entrerà di nuovo in una campagna elettorale (ma siamo sicuri che sia mai finita?) in cui saremo parte in causa, onde evitare strumentalizzazioni eccessive – ma visto anche che ormai il lavoro di quasi tutte le liste ed i partiti pare essere quello di fare opinionismo politico in schietto stile giornalistico – proponiamo adesso il nostro giudizio, tra il goliardico ed il pungente.

“Con la speranza, d’ora in poi, di guardare solo avanti, per un futuro migliore della nostra città.Precisiamo che le pagelle non erano più state redatte non per mancanza di attenzione verso i lavori dell’amministrazione (e ci mancherebbe!) ma in quanto la valutazione, su una situazione cristallizzata, era divenuta ormai un mero esercizio di scrittura, estremamente noioso e ripetitivo. Se ci fate caso infatti troverete giudizi molto simili alle ultime pagelle che avevamo proposto due anni or sono ed alle precedenti.

“Certi che in questi casi un bel repetita iuvant giovi, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.Valgono le stesse raccomandazioni di sempre: le pagelle non sono né un premio né una punizione, danno soltanto una stima, tra il serio ed il faceto, di cosa noi pensiamo dei nostri dipendenti. Con la speranza che la prossima pagella la scrivano i cittadini, magari comprendendo anche noi.”

Ed ecco i voti:

(foto Pomella)
(foto Pomella)

Sindaco

LUCA LUNARDINI. In quattro anni di mandato non è riuscito ad essere incisivo e rivoluzionario in nessun campo dell’amministrazione. Non si è verificata la riduzione delle poltrone, né di incarichi esterni o di stipendi. Le partecipate più che essere ridotte sono state vendute. Il debito è sempre li, anzi non riesce ancora a capire se sia addirittura aumentato. Non parliamo delle promesse della campagna elettorale, solo uno sprovveduto poteva pensare che sarebbero state mantenute. Tante promesse, tanti sorrisi e niente più. Il palazzo comunale che doveva tramutarsi in un palazzo di vetro rassomiglia sempre di più alla Città Proibita, con tanto di barriere e controlli all’entrata. Dove sono la trasparenza e la partecipazione dei cittadini? Gli unici momenti in cui veramente è stato sindaco di tutti – e di cui lo ringraziamo con il cuore – sono stati in occasione dei disastri che hanno colpito la città in questi anni, per il resto è sembrato più una “trottola” in mano ad altri. 3

Assessori

CIRO COSTAGLIOLA. Nessuna inversione di tendenza su Pucciniano, Carnevale, Europacinema e Premio Letterario. Anzi, molte polemiche e molti dubbi sul futuro. Il settore museale non sembra aver tratto giovamento dal tanto declamato potenziamento, la Gamc rimane una struttura sotto sfruttata, tranne per qualche rara mostra, per altro in mano sempre agli stessi. Avrebbe potuto, viste le conoscenze del settore fare molto di più e pubblicizzare meglio il suo operato. Ci chiediamo adesso cosa farà dopo questa disastrosa esperienza, per ora resta in provincia. 4

NICODEMO PISTOIA. Imputare a lui il crollo di presenze del turismo sarebbe troppo. Certo è che, mentre le città vicine hanno retto il colpo, qua la crisi si è sentita appieno. Non è mancato l’impegno profuso, ma le capacità di riuscita. 4

LUCIA ACCIALINI. I settori a cui è stata assegnata sono gli unici in “attivo”. E tanto basta in questa giunta scalcinata per arrivare alla sufficienza. Avrebbe potuto fare di più, se solo avesse avuto una situazione diversa attorno. 6

VITTORIO FANTONI. Disastroso. L’emergenza sociale si è aggravata di anno in anno, ne abbiamo dimostrazione ogni giorni girando in strada. Se fosse stato veramente preoccupato dei voti della nostra pagella avrebbe dovuto impegnarsi di più negli incarichi cui era stato assegnato, invece di venire a fare il simpatico con noi. Evitabilissima la polemica sull’alcool: ma che ne sa lui di giovani? 2

ROBERTO BUCCIARELLI. Non si è assolutamente adoperato per cambiare l’andazzo di Marcucci. Prova ne è il fatto che in questi quattro anni si è continuato a costruire tanto e male come prima, seguendo le strampalate idee dell’amministrazione precedente in fatto di mobilità, urbanistica e edilizia in generale. Vedremo cosa ne sarà della passeggiata una volta terminata la riqualificazione e soprattutto quante piante sopravvivranno. 3

ANTONIO CIMA. Stesso giudizio di Pistoia. Non si può imputare a lui la crisi globale, ma va detto che poco o niente (salvo l’inutile mossa di vietare i kebab in centro) è stato fatto per arginarla. Un brontosauro della politica che auspichiamo termini qui la sua carriera. 4

ANTONIO TEDESCHI. In quattro anni è riuscito solo a promettere una modifica dello statuto in favore della partecipazione (leggi referendum) che non si è mai concretizzata. Inesistenti i suoi rapporti col parco, sempre assente alle riunioni. Sul decoro ha semplicemente assecondato l’andazzo del suo predecessore. 4,5

MARIO RATTI. Qualcuno lo ricorda per altri atti oltre alla rissa con i vigili urbani? 0

Presidente del consiglio comunale

GIORGIO FRUZZA. Come consigliere pochi interventi che palesavano impreparazione, incentrati unicamente sulla frazione di “Tore del Lago” (no, non è un errore di battitura) o sulla banda del Carnevale. Per quanto concerne la presidenza, il tempo di valutazione è stato molto limitato. Di certo non ha fatto vedere i fuochi d’artificio. 4

 

Foto Simone Pierotti

Consiglieri

PdL

MARCELLA BALDINI. Nell’ultimo periodo completamente in silenzio, per fortuna! Interventi sempre imbarazzanti e fuori luogo. Non sembra essere mai riuscita a trasmettere quella saggezza derivante dall’età. 2

ALESSANDRO BOLOGNESI. Il ribelle contro l’impero. Messo in disparte dalla maggioranza, sempre molto ambiguo e ondivago nelle scelte di appartenenza politica (emblematico a tal proposito l’iniziale “flirt” per Baldini) è anche uno dei pochi che ha avuto il coraggio di dire no con chiarezza a scelte sbagliate, in campo urbanistico su tutti. Non ci siamo dimenticati della sua proposta di riduzione dei compensi dei componenti delle partecipate. 6

CELESTINO CASULA. Don Abbondio. Con idee spesso discutibili (riaperture al traffico di strade pedonali su tutti) ma pur sempre coerente e pacato nella discussione. Non è mai riuscito ad imporre la sua linea in consiglio. Sicuramente un vaso di coccio tra tanti vasi di…vedete voi. 5

MATTEO DE STEFANO. Chi? 0

MARINA CARLA GRIDELLI. Interventi arrembanti, alcune proposte interessanti, ma niente di più. 4

ALDO PAOLI. Un inizio un po’ “arrabbiato” poi un lento scivolamento nell’apatia, si è arreso anche lui. 4

SILVANO PASQUALI. Inefficiente ed inefficace. A parte la proposta di parcheggio gratuito per i consiglieri è ricordato solo per le barzellette e gli “abbiocchi” selvaggi durante la discussione. 2

GIOVANNI PERALTA. Cambio di casacca a parte, le doti non gli mancavano. Ha deciso però di adeguarsi all’insipido andazzo della maggioranza. 4

FIORELLA TOZZI. Altra transfuga. Si è sempre limitata alla lettura di interventi, probabilmente redatti da altri. 2

ANNAMARIA VASSALLE. Tolta la strenua difesa del sindaco, il niente più assoluto. 2

MAURIZIO VIANI. È quasi (quasi, eh) riuscito a far rimpiangere Santini. Una totale chiusura a qualsiasi proposta esterna. Ancorato ad un passato ormai remoto. Capacità diplomatiche zero. Si è sempre limitato a fare da capo bastone al suo “gregge”. 2

ASIO CIANO VIVALDI. La macchietta del consiglio comunale. Si è sforzato di lanciare messaggi per lo più incomprensibili e derisi dai suoi stessi colleghi. Folkloristico. 3

STEFANO ZERIBELLI. È bastato che parlasse una volta in 4 anni per capire chi era. 1

Foto Simone Pierotti

Pd

GIULIO BARSACCHI. Voto basso per il poco peso in consiglio. Le capacità, fossero state anche solo “genetiche” (e non è così) ci sono. È mancato il coraggio o la voglia o forse altro. Di certo il partito di appartenenza non aiuta a valorizzare le qualità, per emergere lì serve la lotta. 4

ANTONIO BATISTINI. Non ci siamo. Si becca lo stesso voto del suo collega del PdL di cui è “specchio riflesso”. Tanta critica, spesso anche motivata, ma poche, anzi pochissime aperture al dialogo. Difensore d’ufficio di Marcucci, non ha mai lasciato spazio all’autocritica. 2

LORENZO BERTOLI. Calmo, pacato e sereno. Non si è mai scomposto né lasciato andare. Ha portato argomenti interessanti ed innovativi in consiglio. Nel finale un calo, dovuto forse al generale senso di sconforto che attanagliava l’assemblea. 6

LEONARDO BETTI. Molto preciso e puntuale negli interventi. Ha studiato tanto e bene. Un plauso alla signorilità dimostrata in più occasioni, quando altri invece hanno ceduto maldestramente. 7

ANTONIO NICOLETTI. Vecchie glorie. Indimenticabili le sfuriate in consiglio, i toni accesi, le richieste di spostamento delle riunioni causa partite di calcio e hockey. Insomma di tutto e di più. Altro difensore d’ufficio della precedente amministrazione, con qualche ammissione ogni tanto. 4

ANDREA PALESTINI. Pignolo e perfezionista. Da lezioni a tutti. Imbattibile in campo economico. La permalosità è il suo tallone d’Achille. Mai chiarita a pieno la polemica sul suo doppio incarico. 6

FRANCO PATERNI. In questi anni non ha migliorato granché l’esposizione. Rari gli interventi. Al limite del non classificato. 4

CHIARA ROMANINI. La migliore in consiglio. Una ventata di freschezza, indipendenza e novità, peccato non aver avuto altri emuli. Lotta assieme ad altri dall’interno nel suo partito, ma è una battaglia impari, trovandosi in un contenitore stagno con pareti rigide. Si prepara e studia in attesa di tempi migliori? 7,5

la Sinistra/l’Arcobaleno

MILZIADE CAPRILI. Con assai poca simpatia reciproca. Ottima parlantina, l’abbiamo sempre detto, peccato per i contenuti, molto spesso privi di sostanza e di dati concreti, impreparato in tutti i campi, insomma, come piace dire a lui molta “aria fritta” e poca consistenza “pane e salame”. Non è bastato, anche se è comunque apprezzabile, l’interessamento alla questione dell’inceneritore di Bicchio, quando la bolla era ormai bella che scoppiata. Forse è il momento di dedicarsi unicamente alla Croce Verde? 4

ROMINA CORTOPASSI. Tanta voglia di fare e tanto impegno. Qualche “sbavatura” sul comportamento in consiglio. In un futuro, con calma e preparazione, può crescere. 5,5

Vivere Viareggio

NINO SERGIAMPIETRI. Un signore. Il suo contributo – pur non dovendo necessariamente essere in accordo con le sue idee – fermo e veemente, ma senza mai trascendere nell’offesa o nel turpiloquio è stato sicuramente tra i migliori del crepuscolo della legislatura. Non avrebbe sfigurato in questi 4 anni di amministrazione. 6

(foto Pomella)
(foto Pomella)

Udc

PAOLO SPADACCINI. Se fosse valutato unicamente come presidente del consiglio comunale meriterebbe 10. Mettere ordine e mantenere calma e discernimento in quel luogo non è impresa facile. Purtroppo il giudizio è viziato dalla valutazione politica. Ad un certo momento si è trovato con un enorme potere contrattuale che avrebbe potuto sfruttare per il bene della città. È sembrato invece che tirasse solamente a far campare l’amministrazione. 7

Gruppo Misto

ISALIANA LAZZERINI. Prolissa. Per carità ci ha messo tanto impegno, ma anche troppe, troppe chiacchiere in consiglio. Troppa voglia di protagonismo, troppa necessità di dover mettere bocca in ogni singolo aspetto dell’amministrazione, senza per altro avere le dovute conoscenze alle spalle. E si sa, il troppo stroppia. Resta comunque in provincia come consigliere. 4,5

EUGENIO VASSALLE. Andamento altalenante. Ha avuto l’intelligenza politica di aver abbandonare per primo la nave che stava affondando. Disponibile al dialogo. È mancato un’azione concreta verso quei commercianti ed esercenti che voleva proteggere, se non con la boutade finale, ad un Lunardini ormai agonizzante, del dimezzamento delle tasse. 4,5

BRUNO PUCCINELLI. Fantaghirò. Non ci si salva solo mettendo la parola fine all’amministrazione quando la si è sostenuta per quattro lunghi anni. Adesso che farà? 2

MICHELE DI SANTO. A parte qualche intervento, rigorosamente a sproposito, non sarà ricordato che per il duplice cambio di casacca, non certo innovativo in questa legislatura. 3

Altri personaggi che hanno fatto parte dell’amministrazione di cui è bene ricordarsi

GIOVANNI SANTINI. Si è dovuto ricorrere a conoscenze matematiche un attimo superiori per dare un giudizio. Che dire? Il vero sindaco di Viareggio, portavoce diretto di Verdini, non ha fatto una cosa che sia una per il bene della sua città. In compenso siede in regione. Basta così no? -∞

MASSIMILIANO SIMONI. Inizialmente federale del patto d’acciaio con Santini. Poi il giochino s’è rotto ed è andato tutto a rotoli. Dalle stelle a Futuro e Libertà. 1

EDOARDO FILIBERTO RIVOLA GIUFFRÈ. Eminenza grigia. Figura ambigua di difficile valutazione, di certo tutt’altro che positiva. È sembrato quasi che fosse chiamato a sostituire il sindaco o comunque a controllarlo da vicino. 1

ALESSANDRO SANTINI. Perché adora essere il numero 1. Con un Carnevale sull’orlo del baratro c’è poco da aggiungere. Personaggio farsesco. 1

GIGI SUGLIANO. È arrivato alla Mo.Ver. coi voti di chi non voleva i parcheggi a pagamento. Curioso vero? Se n’è andato (o è stato cacciato?) salvo poi ricomparire ogni tanto nelle tornate elettorali. Ma la fontana che voleva costruire in piazza Nieri e Paolini? 0

RENZO PIERACCINI. Per la dignità che ha avuto, unico tra i suoi, nel dire basta e alzare bandiera bianca. A lui spetta – comunque memori del suo passato – l’onore delle armi. 5

VINCENZO STRIPPOLI. A volte colpevole di clamorose cadute di stile ed errori di amministrazione, altre capro espiatori di altrui scelte sbagliate. Sbattuto in un settore che non gli appartiene, ennesima punizione più per la città che per lui. 3

ALBERTO BENINCASA. Ne avesse azzeccata una! Prima l’alleanza col centro-destra. Poi l’azione inconsistente sul porto. In seguito il fattaccio del casinò e il benservito di Lunardini. Infine il disastroso riposizionamento politico in un partito (oddio, partito è una parola grossa) nato morto. Magari ha comprato anche qualche bond greco o spagnolo? 0

PIERLUIGI CINQUINI. Imprudente. Imprudente nel rivelarci con due anni di anticipo dell’inceneritore di Bicchio. Ci ha dato tutto il tempo di prepararci al contrattacco. Ma la raccolta differenziata in tutto il territorio comunale? Buon lavoro nella fondazione Banco di Lucca! 3

FRANCESCA PARDINI. I primi anni ha retto bene il colpo. Con un bilancio in passivo costante, debiti e buchi per ogni dove, ha tappato falle con coscienza finché ha potuto. Poi si è adeguata anche lei ed ha cominciato a proporre soluzioni di finanza creativa alla Tremonti con vendite di cittadelle, boc e simili amenità. Infine la resa. 5

ATHOS PASTECHI. Il decoro e la polizia municipale non sono certo il suo forte. In questi anni avrebbe fatto meglio ad occuparsi dei suoi processi. 0

MANUELA CLERICI. Ha svitato lapidi, distrutto il turismo congressuale e poi ha tolto le tende. Mission accomplished! 0

 

Valutazione complessiva

L’esperienza amministrativa è stata nettamente insufficiente. Più volte abbiamo segnalato qual era il problema del consiglio, sempre spaccato e dove non vi era alcuna volontà di conciliazione e compromesso (poi gli estremisti però eravamo noi). Consiglio convocati poco e a casaccio. Commissioni che non hanno mai lavorato a pieno. Consiglieri che arrivavano spesso e volentieri impreparati alla discussione finale, ritardando i lavori con chiarimenti che invece dovevano essere scontati. Interrogazioni non urgenti spacciate per urgenti. Mozioni lasciate nel dimenticatoio per mesi, a volte anni. Tante piazzate ed “affaires” (lapidi, Baglioni, bandiere rosse, eccetera) poco utili alla città. Consigli comunali aperti che si contano sulle dita di una mano, mal organizzati e poco partecipati, quasi mai su argomenti di interesse locale.

Insomma, il parlamento della città non ha mai lavorato come si deve.In poche parole quindi la politica tradizionale ha fallito; con questa filosofia di gestione della cosa pubblica, in questi ultimi anni, non sono emerse neppure alcune qualità, pure presenti, in Consiglio Comunale.

La nota ottimistica, come sempre: la speranza è quella, nella prossima legislatura, di vedere questa situazione ribaltata a favore di un governo trasparente, partecipato, capace, competente e funzionale in favore della città. Beppe Grillo direbbe: “Ci vediamo in parlamento”. Noi diciamo: “Ci vediamo in Piazza Nieri e Paolini!”

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