Foto Andrea Zani

VIAREGGIO. Prendi un gruppo di amici e lascia che condividano la gioia di giocare a pallone su una spiaggia sabbiosa nella città in cui vivono. Tutti assieme formano una squadra che prende parte al campionato nazionale di beach soccer, patrocinato dalla Lega Nazionale Dilettanti della Figc. Contro tutti i pronostici hanno vinto la Coppa Italia lo scorso giugno, vincendo la finale contro il blasonato Catania. Adesso ambiscono a cucire sulla loro maglia bianconera anche lo scudetto, che proveranno a conquistare ai playoff in programma a Terracina dal 17 al 19 agosto.

È questa la filosofia che sta dietro al Viareggio Beach Soccer, squadra che rappresenta nel calcio su spiaggia l’omonima località balneare toscana. Come l’Athletic Bilbao o il Celtic che vinse la Coppa dei Campioni nel 1967, la squadra è composta solamente da giocatori locali, che durante l’inverno giocano nei campionati non professionistici. È questo che rende il Viareggio diverso da tutte le altre società, abituate ad affidarsi a stelle brasiliane, francesi e portoghesi.

Il deus ex machina di questa squadra unica nel suo genere è il 33enne viareggino Stefano Santini. Ex calciatore professionista brevemente transitato dal Sunderland nel 1997, è stato lui a portare il beach soccer in questo angolo di Toscana. Questa disciplina altamente spettacolare, dove squadre formate da cinque giocatori si sfidano su un campo di 37 metri per 26, ha regole peculiari come i tiri liberi e i tre tempi da 12 minuti. Sforbiciate e conclusioni ad effetto sono gli ingredienti principali.

Foto Viareggio Beach Soccer

“La squadra è stata formata due anni fa, ma sarebbe più corretto dire che tutto è iniziato nel 2005”, spiega Santini mentre scruta l’orizzonte. “In quell’anno organizzai un torneo in memoria di Matteo Valenti, il giovane viareggino tragicamente scomparso in seguito a un incidente in una fabbrica di cere. Matteo era un caro amico e decisi di onorarlo con il calcio, una delle sue più grandi passioni.”

Il torneo, cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni fino ad avere 500 giocatori partecipanti nell’ultima edizione, si svolse in un impianto concepito esclusivamente per il beach soccer. “Ricordo che vidi per caso una partita in televisione”, ricorda Santini. “Una volta gettate le basi per lo stadio contattai la Figc: volevo portare a Viareggio una tappa del campionato italiano.

“Questo mi diede la possibilità di entrare nel movimento del beach soccer italiano e di conoscere i Cavalieri del Mare, squadra di Massa vincitrice di due scudetti. Iniziò così una fruttuosa collaborazione con loro.

“Tuttavia, mi resi conto che non svolgevano delle sessioni di allenamento propriamente dette e che ingaggiavano tanti stranieri, tra cui Hernâni, vecchia gloria del Benfica.”

Santini aveva delle idee diverse. “Il calcio è la mia vita e ho sempre creduto nell’applicazione nel beach soccer di un concetto chiave come la preparazione atletica, un’idea rivoluzionaria. Nel frattempo, stavo accarezzando l’idea di formare una squadra tutta mia prendendo i migliori giocatori dal Memorial Valenti.”

Una grande opportunità arriva nell’aprile del 2010, quando Santini vince una gara d’appalto per la collocazione del beach stadium in un’altra area di Viareggio. “Giacché potevo permettermi un impianto tutto mio, sentii che era il momento giusto per dar vita alla squadra.

Foto Viareggio Beach Soccer

“Chiesi alla Figc di poter partecipare al massimo campionato e ci accettarono, complici anche alcuni club che nel frattempo si erano ritirati. Un mese più tardi si svolse il nostro primo allenamento. Adesso siamo qui, con la nostra politica e le nostre idee. Siamo gli unici che ci sforziamo di produrre giocatori fatti in casa, senza ricorrere a stranieri.”

Al terzo anno di attività, il Viareggio è riuscito ad alzare il primo trofeo, la Coppa Italia, proprio nel suo stadio. E poi otto suoi giocatori sono arrivati a vestire la maglia della nazionale. Anche il beach soccer ha le sue competizioni internazionali, inclusi i Mondiali, recentemente patrocinati dalla Fifa e ai quali ha partecipato gente del calibro di Éric Cantona e Romário.

Il 25enne jolly Dario Ramacciotti a stento sapeva dell’esistenza degli azzurri pure nel beach soccer. “Ero a casa e stavo guardando la televisione con mio padre, quando balzammo su un canale che trasmetteva una partita dell’Italia”, ricorda Ramacciotti. “Gli dissi: ‘Babbo, è proprio una bella nazionale, questa’. Adesso gioco per l’Italia, è qualcosa d’incredibile.”

Ramacciotti ha partecipato ai Mondiali di un anno fa a Ravenna assieme ai compagni di squadra Matteo Marrucci, difensore granitico, e Gabriele Gori, attaccante di classe. “È stata un’esperienza straordinaria”, dice Gori. “Esordire in una simile competizione, per giunta nel tuo paese natale, non ha prezzo.”

“Giocare in nazionale è stata una conseguenza naturale dei buoni risultati raccolti dal Viareggio”, sottolinea Marrucci. “Vincere la Coppa Italia è stato un traguardo davvero speciale, perché è arrivato nel posto in cui viviamo.”

Il jolly Simone Marinai, un altro degli azzurri, non potrebbe essere più concorde. Il suo tatuaggio che rappresenta Burlamacco, la maschera ufficiale del Carnevale, è un segno evidente del suo amore per Viareggio. “Ho vinto la Coppa Italia nel nostro stadio, davanti alla nostra gente. L’ho alzata in qualità di capitano della squadra, assieme ai miei amici. Non potrei desiderare nulla di meglio.”

Foto Viareggio Beach Soccer

I quattro sono da poco reduci dalla tappa berlinese dell’Eurolega, l’ultima prima della fase finale in Olanda. Sconfitta dalla Romania e dai campioni del mondo della Russia, l’Italia affrontava la Francia nell’ultimo incontro. Marrucci ha un aneddoto da raccontare: “Siamo entrati nello spogliatoio e Simone era molto motivato. ‘Oggi la risolviamo noi viareggini’, mi dice.” Il suo compagno di squadra si rivelò buon profeta: vittoria per 8-6 in favore dell’Italia, con le otto reti solo ed esclusivamente di marca viareggina.

“Ricordo un momento della partita in cui tutti e quattro eravamo in campo nello stesso istante”, racconta Gori. “La mia mente è tornata alle nostre prime partite, quando abbiamo iniziato questa avventura. Adesso siamo compagni di squadra anche in nazionale. Chi l’avrebbe mai detto?”

Questa amicizia speciale sembra davvero l’elemento fondante del Viareggio. “Se gioco con loro, mi sento più forte e sicuro”, prosegue Gori. “So cosa Dario, Matteo o Simone possono fare sul campo, sono consapevole dei loro punti di forza. Tutto questo mi stimola a giocare al meglio delle mie possibilità.”

Vincere una competizione con la nazionale sarebbe unico, ma nel frattempo i viareggini vogliono mettere le mani su un altro trofeo. “Sì, sto parlando proprio dello scudetto”, dice Marrucci. “È il nostro sogno a occhi aperti.”

Forse potrebbero realizzarlo già questo fine settimana a Terracina. Volendo citare una famosa canzone dei Beatles, ci proveranno con un piccolo aiuto dei loro amici.

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