VIAREGGIO. Dai primi accertamenti effettuati sul campo dall’Arpat è stato possibile individuare nella notevole carenza di ossigeno, verosimilmente provocata sia dalle elevate temperature che dall’abbassamento dei livello delle acque, una delle cause principali della moria.

A partire dalla giornata di ieri (20 agosto) è stata rilevata sul Fosso Poggio alle Viti, che segna il confine tra i comuni di Viareggio e Massarosa, un’ingente moria di fauna ittica. La seconda in Versilia nel giro di pochi giorni. Il fenomeno è stato rilevato prevalentemente nelle vasche di carico delle idrovore gestite dallo stesso Consorzio.

 Gli esemplari colpiti appartenevano sia a specie di acqua dolce (carpe, anguille, pesci gatto, ecc.) che di acque salmastre, quest’ultime appartenenti alla famiglia mugilidi.

 Il Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli, dopo aver allertato Provincia e Arpat, oltre ai comuni competenti, ha provveduto come di consueto alla raccolta delle carcasse e degli individui agonizzanti che a cura della Polizia Provinciale sono stati inviati al Laboratorio Ittiologico dell’Istituto Zooprofilattico di Pisa per gli accertamenti del caso.

La biomassa ittica, normalmente presente nelle acque del fosso, si trova in eccesso rispetto alle nuove condizioni ambientali che si vengono a determinare per la riduzione di spazi disponibili e il consumo di ossigeno è uno dei primi effetti che ne derivano e rendono difficile la sopravvivenza degli organismi acquatici.

Il pronto intervento del Consorzio di Bonifica ha consentito recuperare anche consistenti quantitativi di anguille sopravvissute alla moria che, di concerto con i competenti uffici provinciali, verranno traslocate in altri ambienti più idonei.

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