Foto Simone Pierotti

VIAREGGIO. Avrebbero dovuto sgombrare le rispettive abitazioni al quartiere Terminetto questa mattina (martedì 11 settembre), dopo che il Comune di Viareggio aveva sospeso per mancanza di fondi l’erogazione del contributo per l’affitto da 1100 euro al mese nel maggio dello scorso anno. Ma per due famiglie di Viareggio, una con tre figli a carico, l’altra quattro – tutti minorenni -, il pericolo è stato al momento scongiurato: grazie alla mediazione del sindacato dell’Unione Inquilini e di alcuni movimenti solidali con gli sfrattati, infatti, l’ufficiale giudiziario ha concesso una proroga di due mesi, rinviando tutto al 13 novembre. Nonostante il (temporaneo) lieto fine, però, il quadro dell’emergenza abitativa a Viareggio rimane a tinte fosche.

La storia. Tutto inizia nel 2007, quando in piazza Nieri e Paolini c’è ancora la giunta di centrosinistra di Marco Marcucci: quell’anno, per una famiglia viareggina composta da quattro persone e con un terzo figlio in arrivo sembra veramente arrivare la fine del tunnel. Dopo aver fatto richiesta per una casa popolare, dopo nove mesi trascorsi in almeno tre-quattro pensioni diverse e dopo essere stati dirottati in un bungalow a Piano di Mommio, arriva una chiamata dal Comune di Viareggio: “C’è una casa al Terminetto, in via delle Acacie, vi interessa? Il contributo per l’affitto ve lo paga il Comune, non dovete preoccuparvi di nulla.”

La famiglia, senza pensarci due volte, si stabilisce nella sua nuova dimora, un appartamento di 100 metri quadrati di proprietà dei genitori di Vittorio Fantoni, all’epoca consigliere comunale e provinciale e presidente della onlus Il Germoglio. Qualche mese dopo, nella primavera del 2008, Fantoni diventa assessore al sociale della giunta Lunardini.

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Nel frattempo, il 28 febbraio dello stesso anno, un’altra famiglia, con ben quattro bambini, trova una sistemazione mentre era in lista d’attesa per le case popolari: è una casa di 75 metri quadrati, anche questa di proprietà dei genitori dell’assessore Fantoni, situata in via La Marmora. Anche loro mettono piede in questa casa dopo aver ricevuto una telefonata dal Comune. Che per entrambe le famiglie stanzia la stessa cifra: 1100 euro al mese come contributo per il pagamento per l’affitto. Che, di mese in mese, arrivano direttamente nelle mani dei proprietari tramite bonifico bancario. Una cifra decisamente alta, considerando che ci troviamo in un quartiere residenziale alla periferia di Viareggio.

Finiscono i soldi. Le casse dell’amministrazione comunale, però, iniziano a prosciugarsi: è il 24 giugno 2010 quando viene approvato il nuovo regolamento su emergenza abitativa, contributi in conto affitto e aloggi a fitto calmierato. Questo prevede che vengano erogati 700 euro mensili per nuclei familiari con un massimo di due persone, 800 euro per famiglie con tre e quattro componenti e 1000 euro per i gruppi numerosi, composta da cinque o più membri.

Qui sorge una prima incongruenza: in via delle Acacie (casa più grande) il contributo scende effettivamente da 1100 a 1000 euro al mese, in via La Marmora (casa più piccola) rimane tale e quale. Perché questa discrepanza? E non è tutto: risulta che l’amministrazione pagasse 750 euro mensili per via delle Acacie. Dove, frattanto, viene affittata al nero una ‘casetta in fondo all’orto’ adibita a magazzino, della quale la famiglia deve pure accollarsi parte delle spese per le utenze.

Foto Simone Pierotti

Si arriva al maggio del 2011: non c’è più liquidità per questi due nuclei familiari. Quello che abita in via delle Acacie viene informato pochi mesi dopo delle difficoltà economiche del Comune, che formula la sua proposta: mandare moglie, marito e i tre bambini in comunità. “In comunità ci andrà lei”, risponde la donna.

Il giudice, frattanto, riscontra una morosità di seimila euro per la casa in via delle Acacie e di 6.600 per l’altra abitazione. E ordina lo sfratto esecutivo. Questa mattina si presenta l’ufficiale giudiziario, con tanto di richiesta d’intervento della forza pubblica avanzata dai proprietari dei due immobili. Ma c’è un gruppo di giovani, in rappresentanza di Unione Inquilini, Cav, Sinistra Critica e Rifondazione Comunista, che spiega dettagliatamente la vicenda all’ufficiale. “Prima il Comune stanzia 1100 euro al mese per queste famiglie e poi, una volta chiusi i rubinetti, le sbatte così per strada?”, si domanda Michelangelo Di Beo dell’Unione Inquilini.

“Tanto di cappello ai dirigenti comunali che mettono a disposizione case di loro proprietà per far fronte all’emergenza abitativa. Ma qui siamo di fronte a un conflitto d’interessi. Con 1100 euro al mese si aiutano tre famiglie…”

E adesso? Si decide, così, di rinviare tutto al 13 novembre. Con la speranza che, nel frattempo, le due famiglie riescano a trovare un’adeguata sistemazione. Ma questo è solamente l’inizio. Perché la prossima settimana dovrebbero essere eseguiti altri due sfratti.

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La situazione di Viareggio è la seguente: nel 2011 sono stati stanziati 408 interventi economici di minimo vitale per un totale di 299.716,95 euro, ma i contributi si fermano a tre mensilità a causa delle scarse risorse di bilancio. Per 114 contributi in conto affitto – qui il dato si riferisce all’intero anno solare – che beneficiano dei fondi regionali si è invece speso 293.025 euro, mentre per 253 casi di emergenza abitativa – sei mensilità – la spesa è di 706.858 euro. Sono, invece, 47 le famiglie ospitate in alberghi e pensioni, con i contributi che ammontano a 744.752,70 euro.

Quando si era presentato alla stampa, il commissario prefettizio Domenico Mannino aveva detto: “Bisogna capire se a Viareggio, che per queste voci spende più di certi capoluoghi di Provincia, esiste davvero un problema emergenza abitativa o se, invece, sono stati fatti dei regali.” A lui, adesso, il compito di far luce su questa vicenda.

Ascolta l’intervento di Michelangelo Di Beo sulla vicenda degli sfratti

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