(juvemania.it)

VIAREGGIO. L’etichetta di essere il fratello minore di Sebastian Giovinco non sembra pesargli particolarmente. Uniti dagli stessi colori, il bianco e il nero, uno veste la maglia della Juventus, l’altro quello del Viareggio. Categorie, pressioni, mondi diametralmente opposti.

Giuseppe Giovinco è arrivato in Versilia con l’intento di mettersi in luce, carico di speranze per una carriera tutta in ascesa, e con la voglia di aiutare la sua nuova squadra a centrare una salvezza che per una realtà come Viareggio equivale a uno scudetto.

L’attaccante ha fatto il suo esordio domenica nella gara persa dalle zebre a Benevento, entrando nella ripresa. Il risultato, però, è stato diverso dalle aspettative della vigilia: “Da questa trasferta ci portiamo dietro il secondo tempo. La mia prova non è servita molto per come poi è andata la partita, ma la sensazione è che con questa squadra si possa fare bene, se si gioca come vuole il mister. Ci vuole tempo, perché la squadra ha bisogno del mio aiuto come viceversa. Devo trovare la migliore condizione per aiutare i compagni. Non vedo l’ora di entrare in campo, sia che giochi dall’inizio, sia che entri a partita in corso. Le punizioni sono una cosa a cui miro a far bene perché possono essere utili. Non dobbiamo fare programmi, ma pensare partita per partita e ci possiamo divertire”.

Fratelli simili nella statura. Ma com’è il vostro approccio alle gare? “Ognuno prepara la partita in maniera diversa. Non sono mai stato in ritiro con lui, quindi non lo posso sapere di preciso. Viviamo la partita in tutta serenità, perché questo è un lavoro, ma anche e soprattutto un divertimento. Io cerco di essere il più tranquillo possibile fin quando non scendo in campo. Le partite si sentono, è normale che sia così”.

Giuseppe Giovinco è convinto di giocarsi una chance importante in riva al Tirreno. Le responsabilità non mancano, ma le pressioni sono altrove: “Bisogna dare continuità a ciò che allenatore e società credono. Se una partita non fa quello che è capace di fare non vuol dire che non ha giocato bene. Le responsabilità me le sento, perché se sono stato chiamato qui è perché puntavamo su di me. Per l’attaccante prima di tutto conta la prestazione, poi il gol viene di conseguenza. Quella di Carrara sarà una partita come le altre, io penso a far bene ogni domenica. Le tensioni sono da altre parti, qui si prende tutto con leggerezza, per questo Viareggio può essere la piazza ideale”.

C’è da pensare ad un impiego da titolare venerdì contro il Prato? “Io a marzo mi sono infortunato, è da tempo che non gioco una gara dall’inizio, ma se il mister lo ritiene opportuno, io sono pronto. Se tutti facciamo quello che dobbiamo fare, riusciamo a trovarci molto bene”.

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