MASSAROSA. La senatrice Pd, Manuela Granaiola interviene sul decreto Balduzzi, il provvedimento che sembra mandare in fumo la norma inizialmente prevista nel Decreto Sanità, per la distanza minima tra sale slot e luoghi sensibili, come le scuole annullando di fatto quanto fatto dai Comuni – Massarosa in primis – in questa direzione.

“Se Massarosa rischia di diventare una piccola Las Vegas, tutta l’Italia corre il rischio di diventare una sala slot “diffusa”, visto che nel Decreto Sanità è scomparsa la norma che imponeva la distanza minima tra sale slot e luoghi sensibili, come scuole, chiese ed ospedali, lasciando soli i Sindaci a prendere decisioni molto difficili.

Se il Ministro ha dovuto cedere alle pressioni di lobbies miliardarie come quelle che ruotano intorno al gioco d’azzardo, come possiamo sperare che un Sindaco, sia pure coraggioso e determinato, possa far fronte e scontrarsi con pressioni così gigantesche e correre il rischio di andare incontro a pesanti ricorsi al TAR!

Raccogliendo quindi l’invito dell’assessore Federico Pierucci di Massarosa (Comune che ha avuto quel coraggio) ho parlato personalmente con il Ministro Balduzzi, gli ho espresso tutto il mio disappunto, anche a seguito di quanto da lui promesso in occasione del convegno svoltosi in questi giorni a Lucca a Villa Bottini sul gioco d’azzardo. Il ministro ha ammesso che in sede di stesura definitiva del decreto si è dovuto tenere in considerazione gli interessi del settore; ma soprattutto del consolidamento del gettito; ha poi sottolineato che l’amministrazione dei monopoli dovrà riesaminare la posizione delle sale slot vicine ai luoghi sensibili anche sulla base delle indicazioni trasmesse dai comuni. Il ministro si è dichiarato comunque disponibile ad esaminare e sostenere le indicazioni e le modifiche che verranno dall’esame del decreto in parlamento. Posso assicurare che da parte mia e da parte di molti altri colleghi ci sarà la massima attenzione per cercare di ripristinare la norma che stabiliva limiti precisi alla collocazione poiché è inutile riconoscere come malattia la ludopatia e poi lasciare libero spazio ad ogni occasione possibile”.

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