VIAREGGIO. “Lavoro e legalità, presupposti per uscire dalla crisi”: è il titolo del convegno organizzato da Italia dei Valori Toscana in programma sabato 15 settembre, alle ore 9.30, presso la Croce Verde di Viareggio. Il dibattito, coordinato da Roberto Rizzo, responsabile del Dipartimento lavoro Idv Toscana, e introdotto da Tiziana Silvestri, responsabile nazionale del Dipartimento lavoro e legalità Idv, vedrà la partecipazione del presidente Arci Toscana Gianluca Mengozzi, del segretario provinciale della Filcams-Cgil Massimiliano Bindocci, del coordinatore di Libera Toscana don Andrea Bigalli, del vicepresidente del Consiglio Regionale della Toscana Giuliano Fedeli, del presidente di Cna Toscana Valter Tamburini, del segretario provinciale della Fiom-Cgil Massimo Braccini e dell’onorevole Fabio Evangelisti, segretario Idv Toscana, che chiuderà i lavori.

“È allarmante la continua difficoltà di uscire dalla crisi: occorre rilanciare il paese, puntando su aziende strategiche. Un quadro preoccupante, che trova ogni giorno evidenze lampanti, è stato confermato nei giorni scorsi dai dati forniti da Unioncamere rispetto al terzo trimestre del 2012 e dalle manifestazioni di preoccupazione della Cgil circa le cento vertenze ancora aperte sul territorio della nostra regione”. A parlare è Roberto Rizzo, promotore del convegno viareggino.

“I numeri parlano chiaro: 417.184 sono le imprese presenti nel nostro territorio a fine giugno 2012, più di 100 sono le vertenze aperte nella nostra regione, che vedranno mettere in discussione ventimila posti di lavoro, configurando il rischio concreto di un impoverimento produttivo, legato a migliaia di piccole e medie imprese che potrebbero non vedere l’alba del 2013, indebolendo la nostra identità regionale, come già denunciato da Cna e Confartigianato.

“Di pari passo, il convegno affronterà l’annosa e spinosa questione del lavoro sommerso, più comunemente definito come ‘lavoro grigio’, cioè una modalità intermedia tra il lavoro regolare ed il lavoro nero”, continua Rizzo. “Questo, oggi, nelle due tipologie di lavoro irregolare e nero, è un fenomeno diffuso su tutto il territorio nazionale seppur con un elemento di distinzione basato sul diverso tasso di irregolarità che differenzia le Regioni del Centro-Nord (oltre l’11%) da quelle del Mezzogiorno (oltre il 22%).

“Nella nostra regione, negli ultimi tre anni, la percentuale di lavoratori e lavoratrici il cui rapporto di lavoro presentava forme di irregolarità in Toscana presenta un livello sempre in crescendo, andando a colpire quasi un lavoratore su due. È partendo da questi dati reali che occorre prestare particolare attenzione al fenomeno del sommerso, soprattutto in un momento di crisi come questo, senza allentare la morsa su un fenomeno che produce riduzioni di diritti.

“I dati, infatti, dimostrano come, nonostante i proclami e gli sforzi compiuti, non si siano prodotti i risultati sperati in termini di effettiva emersione e come non si sia inciso strutturalmente su tale fenomeno. Su questo versante ci preoccupa, e non poco, la diminuzione quantitativa dell’attività dei controlli sul territorio, così come la qualità dell’azione ispettiva che dovrebbe vedere un più proficuo coordinamento tra tutti gli organismi preposti al controllo evitando inutili e costose sovrapposizioni di interventi.

“Per questo, noi di Italia dei Valori riprendiamo il nostro confronto con il territorio per trovare soluzioni condivise per uscire dalla crisi. Quello di Viareggio, infatti, è il primo di una serie di incontri su e con il mondo del lavoro che ci vedranno impegnati in tutte le realtà della Toscana”, spiega Rizzo.

“C’è bisogno che il Governo dia risposte, in tempi rapidi, alle crisi della nostra regione, con una politica industriale che permetta al nostro sistema di alzare la qualità, la ricerca e l’innovazione. Occorre diminuire il carico fiscale per le imprese, fare investimenti infrastrutturali e accelerare la farraginosità della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, che solo in Toscana vantano crediti per oltre 4 miliardi.

“Questo Governo deve iniziare ad affrontare seriamente l’economia reale, senza attaccare il mondo del lavoro, come invece ha fatto con la riforma Fornero, che aveva come unico e inutile caposaldo la negazione della dignità e dei diritti dei lavoratori. Riforma che, ventilata come unica medicina per far ripartire l’economia del nostro paese, al contrario non ha portato, in questi mesi, un solo posto di lavoro in più.

“Per questo dal 6 ottobre, allargando l’iniziativa ad altre forze politiche e sociali, saremo nelle piazze per iniziare a raccogliere le firme per quattro referendum abrogativi delle modifiche dell’articolo 18 e dell’articolo 8 della riforma del lavoro e contro i costi della politica.”

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