LUCCA. «Continueremo a cercare tutte le soluzioni possibili per evitare la perdita dei 22 uffici che Poste Italiane vuole chiudere in provincia di Lucca, come un po’ in tutta la Toscana»: con queste parole l’assessore Francesco Bambini commenta la risposta negativa del Ministero dello Sviluppo Economico all’interpellanza di alcuni parlamentari che avevano chiesto di ripensare il piano di ristrutturazione e riorganizzazione di Poste italiane, piano che prevede una diversa distribuzione dei territori affidati ai portalettere con una conseguente riduzione del numero dei postini, la chiusura di numerosi uffici ma anche la chiusura di alcuni centri di smistamento territoriale, con particolare riferimento alla Regione Toscana.

L’orientamento di Poste SpA riguardo alla riorganizzazione e alla chiusura sostanziale degli uffici a Lucca e in Toscana era stato anticipato e confermato nei giorni scorsi all’assessore Bambini durante un incontro con i vertici della direzione territoriale.

Da molti mesi la Provincia di Lucca, sollecitata dai Comuni interessati ma anche dai singoli cittadini, sta lavorando per trovare un’alternativa condivisa ed è stato istituito un tavolo di confronto molto attivo che vede la presenza anche di parlamentari e consiglieri regionali della provincia di Lucca, i rappresentanti dei sindacati di categoria delle poste ed i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil.

Nei vari incontri sono state raccolte dalla voce degli amministratori dei comuni di Villa Collemandina, Barga, Capannori, Villa Basilica, Minucciano, Stazzema, Castiglione di Garfagnana, Coreglia, Pescaglia, Bagni di Lucca, Camaiore, Massarosa e Pietrasanta le esigenze dei cittadini che si vedono privati dal servizio di consegna e ritiro della posta, nonché il disagio degli anziani nella riscossione della pensione.

Oltre a questi incontri, negli ultimi tempi si è attivata un’importante mobilitazione con assemblee pubbliche, il pronunciamento di alcuni consigli comunali e la mobilitazione delle organizzazioni sindacali.

«La riorganizzazione così come è stata pensata – continua Bambini – colpirà soprattutto gli uffici collocati in montagna e in territori con popolazione anziana, con difficoltà ad essere serviti dal servizio di trasporto pubblico locale e spesso anche non adeguatamente raggiunti dalla banda larga e che, quindi, sono impossibilitati ad accedere anche ai servizi online».

Il prossimo incontro del tavolo di confronto è stato convocato dalla Provincia per lunedì 24 settembre a Palazzo Ducale.

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