VIAREGGIO. C’è gente che in vita sua un gran premio di Formula Uno, dall’inizio alla fine, non l’aveva mai visto. Ma questa volta l’occasione era davvero speciale. Non certo per la gara in notturna, non certo solo per tifare la Rossa di Maranello. Gran parte dei televisori di Viareggio erano sintonizzati sul Gran Premio di Singapore solo per un motivo: vedere la Ballerina di Arnaldo Galli, Gilbert Lebigre e Corinne Roger. E per sentire parlare del “loro” Carnevale e della loro città, Viareggio.

Ma sono rimasti delusi. La Ballerina non s’è mai vista, neanche di sfuggita. Il Carnevale non è mai stato nominato, neanche per sbaglio. Idem Viareggio. Neanche un fotogramma, neanche un parola per presentare quella che, dalle nostre parti, era stata annunciata come una grande vittoria di marketing e di comunicazione promozionale.

E sul web l’ironia degli scettici prende la mano un po’ a tutti. A partire da uno dei carristi di Viareggio, che sul suo profilo Facebook, scrive: “Che pizza, non sono riuscito a vedere il Gran Premio di Singapore: inquadravano solo la Ballerina”.

Al suo post si aggiungono tanti altri commenti, ironici. “Vero: un ritorno non indifferente per Viareggio, bellissima pubblicità”. E ancora: “Ragazzi siete sempre i soliti critici saputelli… abbiate fede, il prossimo Carnevale di Viareggio sarà sicuramente invaso dai singaporesi… due o tre, se li invitiamo a nostre spese, vengono di sicuro!”, “Accidenti… un vero ritorno d’immagine; tutto si conclude quindi con una splendida gita scolastica… beato chi è andato a Singapore, almeno”. E infine: “Alla fine anche Vettel, Button e Alonso in conferenza stampa han parlato solo di quello”.

L’eco delle critiche deve essere arrivato fino all’orecchio del presidente della Fondazione Carnevale di Viareggio, Alessandro Santini. Che ieri, sempre tramite Facebook, indirettamente risponde, postando una foto della Ballerina e il commento: “la gelosia lancinante di chi invece è rimasto a casa!”.

Per molti altri l’ennesima brutta figura per una manifestazione che nella storia aveva già subito un’analoga umiliazione in occasione della cerimonia di apertura dei Mondiali di Italia ’90.

Altri contestano le critiche: “Essere lì con un’opera del Carnevale, nell’area palchi dove si esibivano artisti internazionali, è sì una grande riuscita comunicativa, senza ombra di dubbio. Non ci si poteva certo aspettare che lo speaker parlasse di Viareggio”.

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