FIRENZE. Rincari che fanno e faranno discutere. Scatteranno il 1 novembre (e non più il 1 ottobre, cioè lunedì – come era stato annunciato in precedenza – ma si tratta semplicemente di un rinvio) gli aumenti tariffari per biglietti e abbonamenti per le tratte ferroviarie e dei bus su gran parte del territorio toscano.

La Regione Toscana reputa necessari tali rincari al fine di mantenere l’attuale offerta dei servizi, nonostante i forti tagli operati dal governo Berlusconi prima e da quello Monti poi, alle risorse per il servizio pubblico.

Vero che ci saranno agevolazioni in base al reddito familiare – così da tutelare le fasce sociali meno abbienti – ma le modalità per accedere a questi sconti non sono ancora state definite. Il rinvio dei rincari – spiega la Regione – è stato deciso proprio per dare più tempo alle varie biglietterie per organizzarsi.

Il prezzo biglietto semplice aumenterà del 10%, mentre quello degli abbonamenti addirittura del 20%, ma solo per chi ha un reddito familiare certificato Isee o Irpef superiore ai 36.000 euro.

Ed i viaggiatori, specie i pendolari, già sul piede di guerra per la qualità del servizio offerto, a loro dire, spesso inadeguata in relazione a quanto sborsato quotidianamente o mensilmente, mal digeriranno questi ulteriori rincari.

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