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VIAREGGIO. “La cartapesta è e rimane la materia prima dei carri e delle maschere del Carnevale di Viareggio.” Lo ribadisce il presidente della Fondazione Carnevale Alessandro Santini che interviene a proposito della discussione in merito alla bozza di bando di concorso per le costruzioni del 2013.

Tutto nasce da un articolo de Il Tirreno che svela alcuni punti salienti della bozza del bando di concorso che il cda della Fondazione dovrà approvare la prossima settimana: si parla di “completa liberalizzazione dall’obbligo della cartapesta”, che in questo caso sparirebbe dai carri. Una notizia che lo stesso Santini, sul suo profilo Facebook, ha definito letteralmente una c….ta.

La cartapesta rimarrà. “La tradizione della cartapesta deve essere salvaguardata e non può essere altrimenti, visto che è l’anima del Carnevale di Viareggio”, aggiunge Santini. “Per questo, già in una delle ultime sedute congiunte di Cdi e Cda, era stato chiarito che l’articolo relativo al materiale di costruzione, contenuto nella bozza di bando che stiamo analizzando in questi giorni, andava modificato per rafforzare il principio che i nostri sono carri di cartapesta.

“Nella modifica che proporrò al Cda la possibilità di ricorrere a materiale diverso dalla cartapesta sarà consentita solo in casi particolari, ben specifici e fino ad un massimo del 30 per cento”, precisa Santini. “Starà al costruttore dover dichiarare, spiegare, specificare e presentare alla Commissione Esame Progetti i motivi tecnici che lo inducono a tale scelta e la quantità di materiale diverso dalla cartapesta che verrà introdotto nella costruzione.

“La Commissione, dal canto suo, seguirà passo dopo passo l’esecuzione dei lavori di tutte le costruzioni in concorso per verificare la rispondenza con il bozzetto e i progetti presentati. Tutti questi aspetti saranno affrontati nella prossima riunione del Consiglio, dedicata al bando di concorso per il Carnevale 2013.”

Nulla di nuovo. A onor del vero, quella sulla scomparsa della cartapesta dal mondo del Carnevale è una polemica che tiene banco da molti anni. Già nel 1995, infatti, il Creatore in vetroresina realizzato da Fabrizio Galli fece storcere la bocca ai puristi della carta a calco.

Due anni fa, poi, il mandato di Santini a Palazzo delle Muse si aprì con una discussione sul medesimo argomento: Fondazione e carristi avevano infatti deciso di abolire il vincolo che imponeva la realizzazione di carri per il 70% di cartapesta e per il restante 30% di materiale alternativi.

Le reazioni furono molteplici. Arnaldo Galli, decano dei costruttori, manifestò apertamente il proprio dissenso di fronte a questa decisione. La notizia scatenò anche l’intervento dei consiglieri comunali del Pd Chiara Romanini e Leonardo Betti, decisi a salvaguardare il materiale simbolo del Carnevale viareggino.

Rassicurazioni, invece, arrivarono dallo stesso Santini e dall’allora presidente dell’Assocostruttori Roberto Vannucci che disse che la cartapesta non sarebbe mai sparita.

Ci fu anche chi provò a conciliare le posizioni di innovatori e tradizionalisti come il noto storico della manifestazione Carlo Alberto Di Grazia, il quale ricordava che la cartapesta stessa rivoluzionò negli anni Venti le tecniche utilizzate fino ad allora per la realizzazione dei carri.

Se una regola c’è. Molti costruttori, in tempi recenti, si sono affidati sempre di più a materiali alternativi, dal “famigerato” polistirolo alla vetroresina passando per i fasci di faesite e questo è un fatto ormai provato. Loro stessi, però, hanno garantito che la cartapesta rimarrà comunque. Perché, osservava qualcuno, “un carro interamente in polistirolo sarà pure più economico e veloce da realizzare ma sarà privo di movimenti.” E sono stati citati il Gatto Mao di Giovanni “Menghino” Lazzarini, la Ballerina e le oche dei coniugi Lebigre quali esempi di costruzioni altamente spettacolari pur senza un’anima interamente di cartapesta.

Il vero problema, semmai, nasce dalla mancanza di regole chiare. Due anni fa fu deciso di abolire il vincolo del 70-30% perché – questa fu la giustificazione – era pressoché impossibile trovare canoni in base ai quali misurare con certezza tali proporzioni. Oggi, tuttavia, il presidente Santini annuncia che proporrà, di fatto, di reintrodurre il limite del 30% per i materiali alternativi. Un ritorno al punto di partenza. Destinato, a quanto sembra, a generare nuovamente confusione.

 

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