Foto Simone Pierotti

VIAREGGIO. Chissà come narrerebbe oggi le vicissitudini del Carnevale, il suo Carnevale, del quale è stato la voce ufficiale per mezzo secolo. Se n’è andato sette anni fa Brunello Romani, l’ugola d’oro del Carnevale, lo speaker dei corsi mascherati che ieri pomeriggio (sabato 20 ottobre) è stato omaggiato con un evento in suo onore nei locali della Cittadella. Se n’è andato sette anni fa e manca tremendamente ai viareggini, ai quali la voce calda e pastosa di Brunello teneva compagnia sia ai corsi mascherati in inverno che in estate quando attraversava il litorale viareggino a bordo della sua mitica barchetta.

L’omaggio a Brunello ha avuto il pregio di essere scevro da quei formalismi che caratterizzano certi eventi commemorativi. Nell’intervallo tra la proiezione di due filmati – i corsi mascherati del 2001 e del 2002 commentati da Brunello – tutti gli intervenuti hanno infatti condiviso una serie di aneddoti legati a uno dei personaggi più significativi della storia di Viareggio e non solo per il suo contributo al Carnevale.

Il subcommissario Marco Brusco, rappresentante dell’amministrazione straordinaria del Comune, ha ricordato il momento in cui ha conosciuto Brunello: “Era il 1990, anno in cui arrivai alla Capitaneria di Porto a Viareggio. Lo vedevo sempre in due momenti precisi dell’anno: in estate quando veniva a richiedere l’autorizzazione per la barchetta, in inverno quando passava a trovarmi per darmi alcune anteprime sul Carnevale.

“Nel 1994 lasciai Viareggio per lavoro e allora Brunello decise di regalarmi un nastro dove aveva inciso una serie di saluti personalizzati.”

Fabrizio Galli, presidente dell’Assocostruttori, riassume il duplice significato della figura di Brunello per i carristi: “Per noi il momento più bello era il passaggio in piazza Mazzini, quando leggeva le relazioni sui carri consegnategli dai costruttori: riusciva a renderle di facile comprensione al pubblico dei corsi mascherati. Ma Brunello era anche lo speaker che annunciava i verdetti e dunque la sua voce poteva rimanere legata a un bellissimo trionfo o, al contrario, a un pessimo piazzamento.

“Il ricordo che mi lega a lui risale al 1991, quando il secondo corso mascherato fu annullato per nevischio. La mia costruzione, ‘La febbre del sabato sera’, improvvisò comunque una sfilata con tanto di figuranti e movimenti e Brunello, dalla sua postazione di Radio Carnevale, mi invitò più volte a spegnere la musica e ad accelerare il rientro agli hangar di via Marco Polo.

“Era sicuramente una persona che mai andava sopra le righe: se ne sente la mancanza oggi, in una fase in cui pochissimi conoscono il senso della misura.”

Foto Simone Pierotti

Anche Alessandro Avanzini sfoglia il suo album dei ricordi: “Dicono che Brunello fosse un tifoso di mio padre Silvano ed effettivamente veniva spesso al baraccone per dare i suoi consigli, o per dire che un carro era troppo basso o troppo piccolo.

“Nel 1998 io e mio padre realizzammo il carro su Dario Fo e si capì da subito che avrebbe potuto raggiungere grandi traguardi: al passaggio in piazza Mazzini Brunello si affacciò dalla sua postazione e, con le mani, mi fece il segno dell’Ok, per dire che il carro gli sembrava perfetto.”

Ma le belle storie, spesso, non hanno un lieto fine. E così succede che un anno, durante la presidenza di Elio Tofanelli, Brunello viene semplicemente accantonato. Messo da una parte, come un mascherone dopo l’ultima sfilata sui viali a mare, senza alcuna gratitudine né spiegazione. “Ha lavorato con presidenti del Comitato Carnevale di qualsiasi orientamento politico e mai ha avuto problemi”, ricorda Fortunato Menichetti, suo amico. “Quell’esilio forzato dal Carnevale lo segnò per il resto della sua vita. Lui era davvero innamorato di Viareggio.”

Un aspetto, quello del misterioso allontanamento di Brunello, sottolineato anche dal cantautore Gualtiero Lami, esponente del partito di Rifondazione Comunista al quale lo speaker del Carnevale era legato. “Brunello è una delle figure principali di quanti si sono adoperati nella ricerca e nel recupero del patrimonio della cultura viareggina.

“Oggi sento parlare di rottamazione, ma gli anziani possono continuare a svolgere un ruolo di primaria importanza nella vita di una comunità. Anzi, credo che Brunello sia stato vittima proprio di una sorta di rottamazione che non guarda in faccia a nessuno.”

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